Il percorso unico di Gianluca Vialli nel mondo del calcio
Gianluca Vialli è stato, senza ombra di dubbio, uno dei giocatori più rappresentativi e amati del calcio italiano e la sua scomparsa la notte del 6 gennaio 2023 ha sconvolto i tifosi come poche altre.
Nonostante settimane prima della sua scomparsa si fossero rincorse le notizie sul peggioramento delle sue condizioni, il mondo non era pronto a dire addio a uno dei giocatori più amati nella storia del calcio.
Era stato lo stesso Vialli ad annunciare la sua malattia nel 2017: un adenocarcinoma duttale del pancreas. In un'intervista a Alessandro Cattelan, aveva detto: "Non so quando si spegnerà la luce che cosa ci sarà dall'altra parte. Però mi rendo anche conto che il concetto della morte serve per capire e apprezzare la vita".
Vialli ha lottato con la malattia per oltre cinque anni. A metà dicembre 2022 aveva comunicato la decisione di allontanarsi dalle scene per potersi dedicare alle cure. Purtroppo senza successo.
A confermare la morte di Vialli è stata la sua famiglia attraverso un comunicato: "Con incommensurabile tristezza annunciamo la scomparsa di Gianluca Vialli". E con incommensurabile tristezza l'Italia tutta ha detto addio a uno dei più grandi centravanti che la storia del nostro calcio abbia mai conosciuto.
Parlare di Vialli significa parlare di una vita dedicata al calcio, prima da grande giocatore e, dopo il ritiro, da allenatore, commentatore TV e poi da dirigente, fortemente voluto accanto a sé dal suo grande amico e ex compagno nella Sampdoria, Roberto Mancini.
Vialli aveva esordito giovanissimo in serie B, con la Sambenedettese nel 1981, ma già da allora era evidente che la sua parabola nel mondo del calcio fosse destinata a essere ascendente: era solo questione di tempo prima che i tecnici delle grandi della serie A notassero il suo talento, nutrito di una tecnica finissima, di una resistenza fuori dal comune e di una velocità incredibile.
Nella foto, un giovanissimo Gianluca Vialli, secondo da sinistra in basso
Passa alla serie A nel 1984, tra le file della Sampdoria, in una stagione che culmina con la vittoria della Coppa Italia, la prima coppa vinta nella storia doriana.
Il suo rendimento all'inizio è un po' altalenante e sembra quasi non sentirsi pienamente a suo agio nel suo ruolo di ala. Quando nel 1986 sulla panchina della Samp arriva Boskov sembra che la musica cambi e Vialli diventa la prima punta che farà la storia della squadra genovese e della nazionale, accanto all'altro 'gemello del gol', Roberto Mancini.
Miglior marcatore nella stagione 1988-1989 e l'anno successivo solleva la Coppa delle Coppe: è di nuovo capocannoniere.
La coppia Mancini-Vialli fa gola agli altri club, soprattutto alla Juventus di Agnelli. La Samp vende solo Vialli ai bianconeri, per una cifra che era, all'epoca, la più alta mai spesa per un giocatore: 40 miliardi di lire. Della Juve diventa capitano e trascinatore verso i grandi trionfi (la Supercoppa italiana, ma soprattutto in Champion League).
Vialli ha passato anche un periodo in Inghilterra, al Chelsea (stagione 1996-1997): i successi continuano e nel 1999 arriva la vittoria della Supercoppa Uefa, contro il Real Madrid. Tutto il resto è storia.
Non abbandona mai del tutto i campi di gioco, neanche dopo aver appeso le scarpette al chiodo, prima come allenatore al Chelsea, pero poi passare al Watford.
Nel 2019 la Figc (Federazione Italiana Giuoco Calcio) lo nomina ambasciatore italiano per il campionato per il campionato d’Europa 2020, insieme a Francesco Totti.
Verso la fine dell'anno, poi, la Figc lo nomina capo delegazione della nazionale italiana, allenata dall'ex compagno e amico di una vita Roberto Mancini, e nell'estate del 2021 prende parte alla vittoriosa spedizione italiana agli Europei 2020, che erano stati posticipati di un anno a causa della pandemia.
Nella foto, lo storico abbraccio tra Vialli e Mancini dopo la vittoria dell'Italia a Wembley
Vialli e Mancini hanno condiviso i colori della Sampdoria e sono stati a lungo la bandiera della squadra genovese e della nazionale. Insieme hanno formato una delle coppia d'oro del calcio italiano, stringendo un rapporto che è sempre andato al di là dei colori delle maglie che hanno indossato durante le loro rispettive carriere.
Alla fine di dicembre 2022, dopo l'annuncio da parte di Vialli relativo alla sospensione della sua attività per dedicarsi alle sue cure e la morte di Sinisa Mihajlovic, il CT della Nazionale aveva dichiarato: "Se n’è andato un 2022 triste, per me molto triste: la morte di Sinisa, la malattia di Gianluca. Queste sono le cose che pesano sul cuore", come riportato dal Corriere della Sera.
Seppure sembri ieri, è passato ormai del tempo dalla morte di Vialli, ma, come succede per i grandi campioni, il suo ricordo resterà per sempre, a prescindere dalla maglia che indossiamo la domenica allo stadio e dai colori della nostra fede calcistica.