Bobby Charlton: icona del calcio sopravvissuta a un incidente aereo

Icona della storia del calcio
Morto all'età di 86 anni dopo una vita di successi
Il calcio gli scorreva nelle vene
Una famiglia di talenti
Una vita al Manchester United
Numeri e titoli con i
Secondo giocatore con il maggior numero di partite e secondo capocannoniere
Uno dei
Il volo della tragedia
Un primo intoppo a Belgrado
Il disastro aereo di Monaco
Charlton, uno dei pochi sopravvissuti
Una tragedia
Un decennio di successi per la squadra inglese
Pallone d'Oro nel 1966
Altri riconoscimenti
Il
La tribuna omaggio all'attaccante inglese
La scultura della
Ultimi anni di carriera professionale e il ritiro
Ritorno al club quasi 10 anni dopo
La sua piccola avventura con il Wigan Athletic
Bobby Charlton con l'Inghilterra
Campione della Coppa del Mondo 1966
Un giocatore fondamentale in quel torneo
Secondo capocannoniere per la squadra inglese
Da sempre legato al mondo dello sport
Sostegno alla candidatura di Londra ai Giochi Olimpici
Dietro i Mondiali di Corea e Giappone del 2002
Sir Bobby Charlton e le sue distinzioni
Consapevole delle cause di solidarietà
Attivista contro le mine antiuomo
Una vita familiare lunga, felice e pacifica
Addio a una leggenda del calcio
Sopravvivere per raggiungere la gloria
Icona della storia del calcio

A soli 20 anni fu uno dei sopravvissuti al disastro aereo di Monaco, un incidente in cui persero la vita 23 persone. Ma Sir Bobby Charlton aveva ancora molto da vivere (e da vincere): Mondiale, Pallone d'Oro e una carriera che lo ha reso un'icona nel mondo del calcio.

Credit: GettyImages / Don Morley / Allsport

Morto all'età di 86 anni dopo una vita di successi

Il 21 ottobre 2023, all'età di 86 anni, Charlton muore, 65 anni dopo che il destino gli aveva concesso una seconda possibilità per diventare il miglior giocatore inglese di tutti i tempi e lasciare dietro di sé una storia leggendaria. Diamo uno sguardo alla sua carriera per ricordarlo!

Il calcio gli scorreva nelle vene

Robert Charlton, meglio conosciuto come Bobby Charlton, è nato nella piccola cittadina inglese di Ashington, l'11 ottobre 1937. E lo ha fatto in una famiglia in cui il calcio era nell'aria, poiché molti dei suoi parenti da parte di madre erano stati calciatori.

Una famiglia di talenti

Tra loro c'erano Jack Milburn e Jim Milburn, che giocavano per Leeds United e Bradford; George Milburn, anche lui di Leeds e Chesterfield; o Stan Milburn, che ha giocato in squadre come il Leicester City o lo stesso Chesterfield. Una dinastia completata anche dal fratello maggiore di Bobby, Jack Charlton, entrato nella storia come giocatore del Leeds.

Una vita al Manchester United

L'attaccante inglese, famoso per il suo fisico forte, il suo grande senso del gol, il suo passaggio lungo e il suo tiro da fuori area, ha trascorso praticamente tutta la sua vita calcistica vestendo i colori del Manchester United, dove ha giocato per quasi 20 anni, tra il 1954 e il 1973.

Numeri e titoli con i "Red Devils"

Con i "Red Devils" giocò complessivamente 758 partite nel corso della sua carriera, segnando 249 gol, alcuni dei quali fondamentali per conquistare titoli come i tre campionati inglesi vinti nel 1957, 1965 e 1967, la FA Cup 1963, quattro Charity Shields (1956, 1957, 1965 e 1967) o la Coppa dei Campioni del 1968.

Secondo giocatore con il maggior numero di partite e secondo capocannoniere

Numeri che fanno del genio inglese il secondo giocatore con più presenze e il secondo miglior cannoniere nella storia del Manchester United, superato solo da Wayne Rooney, che con la maglia dei "Red Devils" ha segnato solo altri quattro gol.

Uno dei "Busby Babes"

Charlton esordì con la prima squadra del Manchester United nel 1956 e, nei due anni successivi, si affermò come un giocatore importante all'interno di una squadra che cominciava a farsi notare in Europa e dove i cosiddetti "Busby Babes" cominciavano a distinguersi: giovani promesse che si sono distinte agli ordini di coach Matt Busby. Finché non si verificò il disastro...

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Il volo della tragedia

Il 6 febbraio 1958, l'intera squadra del Manchester United, insieme allo staff tecnico e ad alcuni giornalisti, si recò all'aeroporto di Belgrado (Jugoslavia) per prendere il volo di ritorno in Inghilterra dopo la partita dei quarti di finale di Coppa dei Campioni contro la Stella Rossa. I "Red Devils" pareggiano 3-3, risultato che però ha permesso loro di qualificarsi per le semifinali del torneo contro il Milan.

Un primo intoppo a Belgrado

Già a Belgrado ebbero un primo intoppo, poiché il volo 609 della British Airways subì un ritardo di un'ora perché il giocatore Johnny Berry aveva smarrito il passaporto. Ma il peggio è arrivato più tardi, quando l'aereo su cui viaggiavano è andato a fare rifornimento all'aeroporto di Monaco.

Il disastro aereo di Monaco

In una giornata di maltempo, caratterizzata da forti venti e ghiaccio sulla pista dell'aeroporto di Monaco, l'aereo ha fatto tre tentativi di decollo. I primi due sono stati vani a causa del cattivo stato dei motori. Nel terzo tentativo, nonostante l'aereo sia riuscito a prendere quota, ha purtroppo subito un guasto e si è schiantato contro una casa disabitata ai margini dell'aeroporto.

 

Charlton, uno dei pochi sopravvissuti

In quell'incidente morirono 23 persone, tra cui 8 calciatori, oltre a un allenatore, un dirigente e 8 giornalisti, mentre tra i sopravvissuti c'era Bobby Charlton, che è stato salvato dalle macerie dal calciatore nordirlandese Harry Gregg.

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Una tragedia

Le enormi perdite umane causate da quell'incidente hanno avuto un grande impatto sul club e su una squadra che doveva ricostruirsi e lo ha fatto attorno alla figura di Bobby Charlton.

Un decennio di successi per la squadra inglese

Fu un compito complicato, ma alla fine, negli anni '60, il Manchester United visse un'epoca d'oro in cui, guidato da Charlton, vinse due campionati e la prima Coppa dei Campioni, nella cui finale contro il Benfica, l'attaccante inglese segnò due dei gol che contribuirono alla vittoria per 4-1.

Pallone d'Oro nel 1966

Fu anche in quegli anni (1966) che Bobby Charlton ricevette il Pallone d'Oro come miglior calciatore dell'anno d'Europa.

Altri riconoscimenti

Un premio al quale si sono poi aggiunti due Palloni d'Argento (1967 e 19868) e il riconoscimento da parte della FIFA come miglior calciatore inglese di tutti i tempi e uno dei migliori al mondo.

Il "Teatro dei sogni" di Charlton

Per inciso, e come esempio tangibile del profondo legame che lo univa al Manchester United, è merito di Bobby Charlton se il leggendario stadio del club inglese, l'Old Trafford, è comunemente noto come "Il teatro dei sogni", poiché fu proprio lui a conferirgli tale appellativo.

 

La tribuna omaggio all'attaccante inglese

Inoltre, il Manchester United ha dedicato la sua tribuna sud a Sir Bobby Charlton, rendendo così omaggio alla sua straordinaria contribuzione alla storia del club.

La scultura della "Santissima Trinità"

E non solo, nel maggio 2008, lo United ha inaugurato una scultura che rappresenta le tre leggende del club, Bobby Charlton, George Best e Denis Law, la "Santissima Trinità" del club inglese.

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Ultimi anni di carriera professionale e il ritiro

L'attaccante lasciò lo United all'età di 36 anni, quando divenne giocatore-allenatore del Preston North End, nella stagione 1973-1974, squadra con la quale giocò 38 partite e segnò 12 gol; per poi passare, nel 1974-1975, alla squadra irlandese Waterford United prima di ritirarsi. Nella sua ultima fase di carriera ha giocato 31 partite da professionista e segnato 18 gol.

Ritorno al club quasi 10 anni dopo

Quasi 10 anni dopo, nel 1984, Charlton ricevette il FIFA Order of Merit e divenne membro del consiglio di amministrazione del Manchester United, oltre a essere nominato presidente onorario del club britannico.

La sua piccola avventura con il Wigan Athletic

Un ritorno al club di una vita avvenuto dopo la precedente esperienza da allenatore del Wigan Athletic, squadra che all'epoca militava nella Terza Divisione del calcio inglese, nella stagione 1982-1983.

Bobby Charlton con l'Inghilterra

Sir Bobby Charlton ha giocato ben quattro Coppe del Mondo (Svezia 1958, Cile 1962, Inghilterra 1966 e Messico 1970). Al mondiale del 1966 è riuscito a sollevare la coppa del mondo in casa, allo stadio Wembley di Londra.

Campione della Coppa del Mondo 1966

In quella Coppa del Mondo del 1966 in Inghilterra, gli inglesi superarono per primi la fase a gironi contro Uruguay, Messico e Francia, e riuscendo a battere la Germania Ovest 4-2 in finale, ottenendo, per il momento, l'unica Coppa del Mondo inglese.

 

Un giocatore fondamentale in quel torneo

In quella finale, anche se non segnò, dato che i gol furono segnati dai suoi compagni Hurst (un trucchetto) e Peters, Bobby Charlton fu uno dei giocatori fondamentali.

Secondo capocannoniere per la squadra inglese

Fino al 5 settembre 2015 (quando è stato superato da Wayne Rooney), è stato il miglior capocannoniere di tutti i tempi della squadra inglese con 49 gol in 106 partite giocate.

Da sempre legato al mondo dello sport

Dopo il suo ritiro, Charlton è sempre stato legato al club della sua vita e allo sport in generale, come commentatore della BBC o come figura chiave nel promuovere le candidature di Manchester a ospitare i Giochi Olimpici del 1996 e del 2000, che, però, non furono considerate. O per la candidatura dell'Inghilterra per i Mondiali del 2006, anche in questo caso non presa in considerazione.

 

Sostegno alla candidatura di Londra ai Giochi Olimpici

Ma è stato anche uno dei volti in prima linea nella candidatura di Londra per le Olimpiadi estive del 2012, che, invece, ha trovato riscontro.

Dietro i Mondiali di Corea e Giappone del 2002

Inoltre, nel maggio 1992, è stato selezionato dai promotori della candidatura del Giappone per organizzare il primo Campionato del Mondo del XXI secolo, tenutosi nel 2002 in collaborazione con la Corea del Sud.

 

Sir Bobby Charlton e le sue distinzioni

Per quanto riguarda gli altri riconoscimenti individuali, nel 1969 ricevette l'onorificenza di membro dell'Ordine dell'Impero Britannico; nel 1994, la regina Elisabetta II lo nominò "Sir" e ricevette il titolo di cavaliere; è stato membro inaugurale della English Football Hall of Fame nel 2002 e presidente onorario del National Football Museum; e, dal 2013, dottore onorario presso l'Università di Manchester.

Consapevole delle cause di solidarietà

Inoltre, l'ex attaccante inglese è stato impegnato in numerose azioni di solidarietà come il suo sostegno alla lotta contro il cancro; o contro le mine antiuomo dopo conflitti come quelli in Bosnia o Cambogia, per i quali ha creato la sua organizzazione di beneficenza, "Find a Better Way".

Attivista contro le mine antiuomo

Quell'organizzazione si dedicava allo sviluppo di tecnologie per individuare ed eliminare le mine antiuomo, un progetto che pochi anni dopo divenne la fondazione che porta il suo nome, "Sir Bobby Charlton Foundation".

Una vita familiare lunga, felice e pacifica

Per quanto riguarda la vita privata, Bobby Charlton sposò sua moglie, la meteorologa della BBC Norma Ball, nel 1961, due anni dopo averla conosciuta su una pista di pattinaggio di Manchester. E con lei ha formato una famiglia che si è completata con le due figlie Suzanne e Andrea.

Addio a una leggenda del calcio

Negli ultimi anni la salute di Charlton era peggiorata e alla fine del 2020, a novembre, la moglie annunciò che soffriva di demenza, una malattia degenerativa che lo tenne lontano dai riflettori fino a quando, il 21 ottobre 2023, venne annunciata la sua morte.

Sopravvivere per raggiungere la gloria

Charlton è stato una leggenda del calcio inglese, uno dei migliori giocatori mai visti in campo nella storia di questo sport, un'icona del Manchester United. Un sopravvissuto, al quale il destino ha donato una seconda possibilità per raggiungere la gloria eterna.

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