Cafu: da leggenda in campo alla tragica perdita di suo figlio
Marcos Evangelista de Moraes, per tutti Cafu, è stato uno dei terzini destri più leggendari che la storia del calcio abbia visto correre in campo. Giocatore dal grande talento e dalle capacità indiscutibili è un'icona di questo sport, sia in Brasile, sua terra natale, che in Italia, paese d'adozione durante la sua incredibile carriera.
Sebbene durante il suo percorso calcistico abbia praticamente vinto tutto, fuori dai campi Cafu ha attraversato periodi molto difficili, soprattutto a livello familiare. Ripercorriamo i momenti più significati della vita di questa leggenda del calcio.
Nato a San Paolo, in Brasile, il 7 giugno 1970 da una famiglia molto povera, Marcos inizia a giocare a pallone sin da bambino e, all'età di 7 anni, entra nelle giovanili del Nacional Atletico Clube.
Per alcuni anni non riesce a entrare nelle squadre delle prime fasce: nel 1986 passa all'Itaquaquecetuba, club in Terza Divisione del campionato paulista, dove, grazie alle qualità dimostrate in campo, si guadagna il soprannome di Cafu, da Cafuringa, il giocatore preferito di suo padre.
Nel 1988 entra nel settore giovanile del Tricolor paulista, per poi debuttare in prima squadra l'anno successivo. Qui Cafu vince 11 titoli in 5 anni: 3 campionati Paulisti (1989, 1991, 1992), un campionato brasiliano nel 1991, 2 Coppe Libertadores (1992 e 1993), 2 Recope Sudamericane (1993 e 1994), una Supercoppa Sudamericana (1993) e 2 Coppe Intercontinenentali nel 1992 e nel 1993.
Dopo i grandi successi in Brasile, decide di trasferirsi in Europa, in Spagna, al Real Saragozza, dove rimarrà pochi mesi prima di far ritorno in patria al Verdão.
Nell'estate 1997 la Roma di Zeman, grazie alla consulenza di Falcão, lo acquista per 13 miliardi delle vecchie lire (quasi 7 milioni di euro). Cafu dimostra subito le sue qualità in campo, soprattutto sulla fascia destra, tanto da essere soprannominato dai tifosi giallorossi "Il Pendolino".
Con la Roma, Cafu ha totalizzato 218 presenze e 8 goal in 6 stagioni. Da ricordare, senza dubbio, la stagione 2000/2001 quando, guidata da Fabio Capello, la squadra capitolina vinse il suo terzo storico Scudetto.
Nella stagione successiva aggiunse al suo palmares anche la Supercoppa italiana. Nello stesso anno la Roma decide di non rinnovargli il contratto e, inaspettatamente, mentre aveva già chiuso accordi con il club giapponese dello Yokohama Marinos, per lui si aprono le porte di un'altra grande squadra italiana: il Milan.
Con il club rossonero è stato vincitore di una Supercoppa italiana (2004/05), 2 Supercoppe europee (2003/04 - 2007/08), una Coppa del mondo per club (2007) e una UEFA Champions League (2006/07).
Dopo 166 presenze e 4 goal in 5 stagioni, Cafu il 18 maggio 2008 disputa la sua ultima partita con il club rossonero. Le sue parole riportate da Goal.com: "Sono stati anni indimenticabili, ricchi di emozioni indescrivibili per me e la mia famiglia e di grandi soddisfazioni professionali".
Oltre che nei club in cui ha militato, il leggendario terzino è riuscito a vincere tutto anche con la maglia della Nazionale brasiliana: 2 Campionati del Mondo (1994 e 2002), una Confederations Cup (1997) e 2 Coppe America (1996/97 e 1998/99).
Su goal.com si legge che Cafu è "il primatista assoluto di presenze con la maglia del Brasile (142, ndr), e 5 goal. Nel 2004 Pelé lo ha inserito nella FIFA 100, la lista dei più forti giocatori viventi, mentre rispettivamente nel 2012 e nel 2015 la Roma e il Milan lo hanno inserito nella propria Hall of fame.
Purtroppo, negli ultimi anni la vita di Cafu è stata messa a dura prova, specialmente per il tragico lutto che lo ha colpito nel settembre 2019: la perdita del figlio Danilo.
Secondo quanto riportato da diversi media, il figlio dell'ex terzino della Roma e del Milan, sarebbe morto stroncato da un infarto mentre giocava una partita a calcio nel giardino nella sua casa di Barueri, area metropolitana di San Paolo. Purtroppo, nonostante la corsa in ospedale, per lui non c'è stato nulla da fare. Aveva 30 anni.
In quello stesso anno, per Cafu arrivarono altre sventure, questa volta finanziarie. Secondo il quotidiano brasiliano Folha de Sao Paulo, l'ex giocatore è stato travolto da milioni di debiti a seguito di una mancata copertura di prestiti e debiti causata dalla sua ‘Capi Penta International Player’, una società di procuratori sportivi di atleti creata nel 2004.
"È un mio problema personale. Posso dare i miei immobili, la mia macchina, la mia casa, posso dare quello che voglio per pagare i debiti", questo il suo commento sull'accaduto riportato dalla Gazzetta dello Sport.
Cafu è ancora oggi una figura di grande rilevanza internazionale e non solo in Brasile e in Italia. Tra l'altro, è stato anche tra gli Ambasciatori dei Mondiali di Qatar 2022.
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