Che fine ha fatto Alen Bokšić?
"Un quattrocentista rubato all'atletica", con queste parole lo storico preparatore atletico della Juve, Gian Piero Ventrone, aveva definito Alen Bokšić molti anni fa. E, ancora oggi, l'ex calciatore è considerato uno dei più forti attaccanti della storia del calcio croato.
Da quando ufficializzò il suo ritiro nel 2013 dal suo ruolo di Team manager della Nazionale croata, il famoso attaccante croato è completamente sparito dalla scena del mondo calcistico. In questa gallery ripercorreremo i momenti più significativi della sua carriera professionale e scopriremo cosa sta facendo oggi il grande Alen Bokšić!
Tecnica, velocità e dinamismo erano le caratteristiche che maggiormente identificavano il gioco di Alen Bokšić in campo. Il suo nome è particolarmente legato a tre famosi club.
Primo fra tutti l'Olympique Marsiglia, dove approdò nella stagione 1992-93, dopo aver esordito come professionista nell'Hajduk Spalato (1987) e dopo essere passato per una stagione a Cannes.
Nell'Olympique Marsiglia, Alen Bokšić totalizza 37 presenze e 23 reti, contribuendo alla vittoria del titolo di campioni di Francia, revocato a causa della famosa vicenda di corruzione e frode ricordata con il nome "l'affaire VA-OM".
Sempre quell'anno la squadra francese riuscì a portarsi a casa anche la UEFA Champions League, battendo in finale il Milan a Monaco di Baviera.
Il 1993 fu cruciale per il calciatore croato. Per lui, infatti, quell'anno arrivò l'ingaggio da parte della Lazio, che lo acquistò per 15 miliardi di lire (circa 8 milioni di euro).
Nonostante le poche reti realizzate in tre anni con la maglia biancoazzurra, (19 reti in campionato e 2 reti in Coppa Italia) Bokšić durante gli anni a Roma venne soprannominato dai tifosi "L'alieno" per le sue incredibili prestazioni. Nel suo ultimo periodo in squadra, però, si incrinano i rapporti con il tecnico Zdeněk Zeman.
Secondo quanto dichiarato a goal.com dall'esperto di calcio Danilo Crepaldi, Bokšić "litiga con Zeman perché non è d'accordo con le metodologie di allenamento. Dice che sono metodi da marines, che non si adattano alle sue caratteristiche fisiche".
Nel 1996 passò così alla Juventus per 25 miliardi di lire (circa 13 milioni di euro). Rimase con i bianconeri per una sola stagione vincendo la Coppa Intercontinentale, la Supercoppa UEFA e lo scudetto, e raggiungendo, inoltre, la finale di Champions League, poi persa contro il Borussia Dortmund.
"Se c'è una partita che vorrei rigiocare, questa è sicuramente la finale di Champions League contro il Borussia Dortmund. Eravamo una squadra molto più forte, nettamente favorita, e abbiamo buttato via la possibilità di diventare campioni d'Europa", il suo commento riguardo la famosa finale in una recente intervista riportata da goal.com.
L'avventura con la maglia bianconera durò pochissimo e l'attaccante croato, nella stagione 1997/98, fece ritorno alla Lazio guidata da Sven-Goran Eriksson.
Il campione croato torna alla Lazio, e, nonostante dei problemi al menisco, in una sola stagione riuscì a ottenere la sua massima prestazione, con 10 gol in 26 presenze in Serie A, ai quali si aggiunsero 5 reti in Coppa Italia.
Rimarrà con la maglia biancoazzurra in totale tre anni, fino al famoso litigio con Eriksson. A quanto pare, prima dell'inizio di una partita, il calciatore croato si sarebbe lamentato per la divisa che gli calzava troppo stretta facendo spazientire il mister che lo spedì in tribuna.
Nel 2000, quindi, finita la sua avventura nella Lazio, approdò in Inghilterra al Middlesbrough. Vi rimase tre stagioni prima di ritirarsi ufficialmente nel 2003, all'età di 33 anni.
La sua carriera calcistica va ricordata anche per le presenze nella Nazionale croata, specialmente al fianco di Davor S u k e r, con il quale ha dato vita a una coppia d'attacco a dir poco straordinaria.
Purtroppo, però, diversi infortuni gli impedirono di dare il massimo in campo agli Europei 1996 e di partecipare ai Mondiali di Francia '98. Il croata ha giocato gli unici Mondiali della sua carriera nel 2002, in Corea del Sud e Giappone, quando la Croazia, però, venne subito eliminata.
Come riconoscimento, il momento più alto per l'attaccante croato è stato sicuramente la candidatura per il Pallone d'oro 1993. Quell'anno, però, a vincerlo fu Roberto Baggio.
Dopo il suo ritiro, Bokšić ha deciso di continuare a gravitare nel mondo del calcio in veste di dirigente e team manager della Nazionale Croata. Ma nel 2013 si è allontanato definitivamente dal pallone per iniziare una nuova avventura.
Con i suoi risparmi Alen Bokšić ha comprato l'isola di Mariaska, al largo di Macarsca, sua città natale in Croazia, dedicando la maggior parte delle sue giornate alla vela e alla pesca.
In una recente intervista riportata da tuttojuve.com ha dichiarato: "Vivo su un’isola in Croazia, si chiama Mariaska, che ho comprato parecchi anni fa. Passo il tempo con la mia famiglia e mi dedico alle mie passioni. Ogni tanto vado in tv come commentatore, ma non parlo di calcio tutto il giorno..."
È difficile anche seguirlo sui social, poiché nella stessa intervista ha dichiarato di non possedere alcun account. Una cosa è certa: nonostante la sua lontananza dai riflettori e i tanti anni trascorsi dal suo ritiro, Alen Bokšić verrà ricordato per sempre con grande affetto dai suoi numerosissimi tifosi.
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