Gianluigi Lentini: una carriera finita troppo presto perché 'escluso' da Fabio Capello
Gianluigi Lentini è un nome che ancora oggi provoca emozioni contrastanti tra i tifosi, specialmente tra quelli del Torino. Fantasista di talento e protagonista di uno dei trasferimenti più clamorosi degli anni '90, è stato un grande del nostro calcio, almeno fino al drammatico incidente che lo coinvolse nel '93. Scopriamo cosa fa oggi, rivivendo alcuni dei momenti che hanno segnato la sua carriera professionale e privata.
Classe 1969, Gigi, fece il suo esordio con il club granata all'età di 17 anni dopo aver trascorso diversi anni nel settore giovanile. Sin dal primo momento conquistò il cuore dei tifosi grazie alle sue discese sulla fascia e ai suoi incredibili dribbling.
A parlare del suo esordio, all'epoca, anche Bruno Bernardi firma de La Stampa, citato da goal.com: "L’ingresso di Lentini ha permesso a Radice (Gigi Radice, ndr) di valutare la potenzialità di questo giovane talento. È vero, come sostiene il tecnico, che è ancora troppo innamorato del dribbling, ma la sua spregiudicatezza unita all’abilità nella difesa del pallone hanno impresso alle controffensive granata un cambio di marcia... I suoi estimatori lo indicano come l’erede di Claudio Sala".
Dopo il prestito all'Atalanta, ritorna al Torino, retrocesso in Serie B. Ma la sua presenza sarà determinante per ritornare nella massima serie, dove ad attenderlo ci sarà il suo periodo d'oro.
Il Torino ritorna in Serie A con il tecnico Emiliano Mondonico, "un uomo eccezionale", come lo ha definito lo stesso Lentini in un'intervista a la Repubblica riportata dal Corriere. Con il club granata, l'ala di Carmagnola vivrà uno dei suoi migliori momenti.
Nell'estate del 1992, però, la situazione cambia improvvisamente. La mancata vittoria della Coppa UEFA e le esorbitanti campagne di acquisti degli anni precedenti avevano messo la squadra piemontese in ginocchio, tanto da costringerla a prendere una delle decisioni più clamorose e dibattute dell'epoca: cedere Gianluigi Lentini al Milan.
Gianluigi Lentini fu venduto al Milan di Berlusconi per l'allora cifra record di 18,5 miliardi di vecchie lire. La cessione scatenò la furia degli ultras del Toro che assalirono la sede della società, sfondando cancelli, dando fuoco a cassonetti dei rifiuti e gridando "Se Lentini se ne va bruceremo la città", secondo quanto riportato da Planet Milan.
"Sbagliai a giurare che non avrei mai lasciato il Toro, il presidente Borsano aveva grossi problemi economici e doveva vendermi per forza. A 23 anni mi trovai nella tempesta. Berlusconi mi mandò a prendere due volte con l’elicottero. La prima gli dissi no proprio a casa sua. La seconda volta non avevo scelta, non è stata una questione di soldi. Non li ho mai messi tra le priorità della mia vita", le parole dell'ex calciatore riportate dal Corriere.
Con il Milan di Fabio Capello non riuscì a esprimere lo stesso talento dimostrato in campo con il Torino, segnando soltanto 7 gol in quella prima stagione con la maglia rossonera.
Poi, la notte del 2 agosto del 1993, la vita di Lentini, che all'epoca aveva appena 24 anni, fu stravolta da un tragico incidente d'auto che cambierà per sempre la sua carriera calcistica.
Secondo una recente ricostruzione dell'incidente fatta dallo stesso Lentini a Repubblica, quella sera il giocatore stava andando dall'ex moglie del compianto Totò Schillaci, Rita: "Che problema c’era? Lei si era già lasciata, io ero libero. Corse all’ospedale per me: se avessimo avuto qualcosa da nascondere, non l’avrebbe fatto".
Quella notte Lentini, sull'autostrada Torino-Piacenza, dopo aver perso il controllo della sua Porsche, è finito in una scarpata dove l'auto ha preso fuoco. Soccorso da alcuni camionisti, è stato trasportato d'urgenza in ospedale dove è rimasto in coma per due giorni.
Nell'intervista rilasciata a La Repubblica l'ex ala del Torino ha detto: "Cosa ricordo di quei giorni? Sono stato in coma e quando mi sono risvegliato parlavo come un bambino. I giorni passavano, io recuperavo con fatica, ero rallentato e non me ne accorgevo"
Credit: Instagram @gigi_lentini
"La lentezza l’avevo anche quando tornai in campo, mi servì del tempo, ma diventai di nuovo fortissimo, anche se ormai c’era quel luogo comune: “'Lentini non è più lui'. F e s s e r i e", ha aggiunto.
Secondo Lentini, però, non fu il terribile incidente a mettere fine alla sua carriera, ma la decisione di Capello di escluderlo dalla finale di Coppa dei Campioni del ’95 a Vienna, tra Milan e Ajax. "Stavo benone e fu un colpo molto duro, un bivio. Posso dire che la mia carriera sia finita quel giorno", ha ricordato.
Gigi Lentini ha concluso la sua carriera giocando nell'Atalanta e di nuovo al Torino. Nel suo palmarés conta con 3 Scudetti, 2 Supercoppa italiana, 1 Coppa d'Europa con il Milan; 1 Campionato di Serie B con il Torino, secondo Transfermarkt.
L'unico rammarico: non aver potuto partecipare al Mondiale USA '94 a causa dell'incidente. Con la maglia azzurra, Lentini ha disputato 13 partite ufficiali, secondo il sito web Italia 1910.
Dopo aver seguito il calcio da lontano per diversi anni, e dopo aver aperto e chiuso un capitolo come produttore di miele, Lentini è ritornato nel mondo del pallone come scouting per il Monza, secondo quanto riferito dal Corriere.
Credit: Instagram @gigi_lentini