Quando Chuck Wepner mise al tappeto Muhammad Ali e dimostrò di essere il vero Rocky
Charles Wepner, noto come il "vero Rocky" per aver ispirato il celebre personaggio di Rocky Balboa, è un ex pugile professionista statunitense. Il più famoso incontro di "Bayonne Bleeder", come era soprannominato, fu quello disputato nel 1975 contro Muhammad Ali, durante il quale Wepner resistette ben 15 riprese e riuscì a mettere a tappeto l'ex campione dei pesi massimi.
Charles Wepner è nato il 26 febbraio 1939 a New York. Da giovane era abituato a fare a pugni per le strade della città in cui viveva, Bayonne, da lui definita "una città dura con un sacco di portuali... Dovevi combattere per sopravvivere".
In gioventù era un appassionato praticante di sport; grazie alla sua corporatura atletica, venne scelto dalla squadra di basket della Bayonne High School. In seguito Wepner scelse di entrare nei Marines, dove divenne membro della squadra di pugilato e iniziò a sviluppare la sua reputazione di pugile.
Wepner iniziò a dedicarsi alla boxe professionistica nel 1964, diventando un pugile popolare nei circuiti di boxe del nord-est. Si guadagnò il soprannome di "Bayonne Bleeder" ("sanguinante di Bayonne") a causa delle frequenti ferite al volto riportate sul ring.
"Sanguinavo molto. Nella mia carriera ho avuto 328 punti di sutura. Mi sono rotto il naso 9 volte in 16 anni. E... non mi sono mai tirato indietro".
Era il campione dei pesi massimi dello stato del New Jersey, ma dopo la sconfitta contro George Foreman nel 1969 e contro Sonny Liston nel 1970 perse il titolo. Molti appassionati di boxe ritenevano che Wepner si fosse esaurito e che fosse in procinto di uscire di scena.
Nel giugno 1970, Wepner e Liston si scontrarono sul ring. Un incontro cruento che si concluse con un KO di Liston a Wepner al decimo round. Dopo l'incontro, ebbe bisogno di 72 punti di sutura al volto. Wepner dichiarò che Liston era il pugile più duro con cui avesse mai combattuto.
Dopo un lungo periodo di sconfitte, Wepner andò in Inghilterra dove vinse 9 dei suoi successivi 11 incontri, comprese le vittorie su Charlie Polite ed Ernie Terrel.
Nel 1975, Wepner annunciò che avrebbe sfidato Muhammad Ali per il titolo mondiale dei pesi massimi. Tutti gli occhi erano puntati sul combattimento, poiché Muhammad Ali era uno dei pugili più famosi al mondo.
Un giornalista chiese a Wepner se sarebbe sopravvissuto sul ring, al che lui rispose: "Sono stato un sopravvissuto per tutta la vita... Se sono sopravvissuto ai Marines, posso sopravvivere ad Ali".
Carl Lombardo sponsorizzò l'incontro tra Wepner e Ali, investendo 1,3 milioni di dollari in totale. Ad Ali furono garantiti 1,5 milioni di dollari rispetto ai 100.000 di Wepner. Si prospettava un bell'incontro tra i due pugili, ma Wepner era sfavorito sia per gli allibratori che per i fan.
Durante il 9° round, Wepner mette a segno un knockdown, stendendo Ali. Sotto lo stupore della folla, lo sfavorito va verso il suo angolo e dice: "Al, metti in moro la macchina. Andiamo in banca. Siamo milionari!". Al Braverman risponde: "È meglio che ti giri, si sta rialzando e sembra furioso".
Nei round rimanenti, Muhammad Ali supera decisamente Wepner con il suo straordinario gioco di piedi e con i suoi micidiali pugni. Ali provoca a Wepner dei tagli sopra gli occhi e gli rompe il naso. Negli ultimi 19 secondi del 15° round, Ali mette al tappeto Wepner e vince per KO tecnico.
Dopo l'incontro Wepner-Ali, Sylvester Stallone fu ispirato a scrivere la sceneggiatura di "Rocky". Basò gran parte del film sull'eroico combattimento di Wepner e sulla sua resiliente mentalità pugilistica.
Wepner avrebbe poi combattuto contro Andre the Giant nel 1976, perdendo per count-out dopo che questo lo aveva buttato fuori dal ring. Il suo ultimo incontro da professionista fu il 2 maggio 1978 contro Scott Frank. Wepner durò 12 round e dimostrò di essere un vero combattente, nonostante la sconfitta.
La leggenda del pugilato oggi ha superato gli 80 anni, ma mantiene la sua statura, le spalle larghe e le mani possenti; i calli ossei e le numerose cicatrici ne testimoniano lo spirito combattivo.