Come Jesse Owens riuscì a mettere in imbarazzo Hitler
Jesse Owens è un nome che la maggior parte delle persone associa a prodezze atletiche senza precedenti; vincere quattro medaglie d'oro nell'atletica leggera in una sola Olimpiade è una cosa incredibile! Ma i dati e le statistiche dei suoi risultati non raccontano la vera storia di questo campione, tra pregudizi e eventi difficili che Owens ha dovuto affrontare nel corso della sua vita. Come ha fatto questo ragazzo dell'Alabama a mettere in imbarazzo Adolf Hitler sul più grande palcoscenico di sempre?
Nato nel 1913 a Oakville, in Alabama, Owens era figlio di Henry Cleveland Owens e Mary Emma Fitzgerald. Henry era un mezzadro, un nomenclatura del neofeudalesimo utilizzata al posto di schiavitù, ai tempi già abolita nel profondo Sud.
Nonostante la messa al bando della schiavitù nel 1865, le condizioni dei neri americani nel profondo Sud migliorarono di poco, con la mezzadria e le leggi di Jim Crow che impedirono a molti di prosperare. Di conseguenza, quasi sei milioni di afroamericani si trasferirono al Nord nella speranza di trovare condizioni migliori. Lo fece anche la famiglia Owens.
Jesse Owens frequentò la scuola superiore a Cleveland, dove cambiò nome. In realtà il suo nome era J.C., ma con il suo forte accento del Sud, il suo insegnante dell'epoca capì 'Jesse', nome che gli sarebbe rimasto per il resto della sua vita.
Durante l'adolescenza, Jesse iniziò a lavorare, trovandosi spesso nella situazione di dover correre tra il lavoro e la scuola, scoprendo presto di avere un amore per questo sport. Charles Riley, allenatore di atletica leggera, lo notò e gli permise allenarsi la mattina presto per poter lavorare la sera.
Ben presto fu evidente a tutti che Jesse aveva talento, ma pochi conoscevano il suo nome al di fuori del suo liceo fino al 1933, durante il Campionato Nazionale delle Scuole Superiori, quando Owens riuscì a battere tutti i record nei cento metri e vinse con estrema facilità la gara di salto in lungo.
Owens iniziò ad essere corteggiato sia dall'Università dell'Ohio che dal Michigan per gareggiare nelle loro squadre di atletica leggera. Alla fine l'atleta decise di rimanere nel suo Stato e di diventare un Buckeye.
I record di Owens mentre gareggiava all'Università dell'Ohio sono impressionanti: nel 1935 e nel 1936 vinse quattro titoli individuali NCAA, un successo senza precedenti.
Un anno prima del suo successo olimpico, Owens si era già affermato come uno dei migliori atleti di sempre. Il 25 maggio 1935, Owens infranse quattro record del mondo in un solo giorno, in occasione di una gara nel Michigan, stabilendo i nuovi record nei 100 metri, nel salto in lungo, nello sprint da 20 metri e negli ostacoli bassi da 20 metri.
Erano anni difficili in Europa. Nel 1936, la Germania era guidata dal partito nazista di Adolf Hitler da ormai tre anni. Il leader nazista vedeva le Olimpiadi come un'opportunità per mostrare al mondo la superiorità del popolo tedesco e della razza 'ariana'.
Organizzate da Eric Diem, i nazisti erano desiderosi di mostrarsi al mondo, preparando per l'occasione uno spettacolo molto più grande di quanto si fosse visto in precedenza e introducendo persino la maratona della fiaccola, trasportando la fiaccola olimpica dalla Grecia, attraverso l'Europa orientale fino alla Germania.
Owens in quel momento era in uno stato di forma eccezionale, tanto da essere selezionato per la Squadra Nazionale degli Stati Uniti per gareggiare nei 100m, nei 200m, nella staffetta 4 x 100m e nel salto in lungo.
Una parte dell'opinione pubblica americana premeva perché i Giochi olimpici venissero boicottati, visto l'estremo antisemitismo mostrato dai nazisti, ma si trattava di una minoranza. Lo stesso Owens rilasciò una dichiarazione a favore del boicottaggio, ma questa fu respinta dal Presidente del Comitato Olimpico Americano, che definì i manifestanti "agitatori antiamericani".
Walter Francis White, capo della NAACP (National Association for the Advancement of Coloured People) era diffidente sul fatto che Owens rappresentasse gli Stati Uniti in Germania, arrivando persino a scrivere una lettera in cui spiegava che il comportamento dei tedeschi e la sottomissione degli Ebrei era simile a come i Neri Americani erano stati trattati per secoli nella sua patria. Alla fine, White scelse di non inviare la lettera.
Il 3 agosto 1936 Jesse Owens, in uno stadio gremito da oltre 100.000 spettatori avvolti da una s v a st ic a rossa e bianca, vinse la medaglia d'oro nei 100 metri, battendo il suo compagno di squadra del college Ralph Metcalfe per un decimo di secondo.
Dopo il primo oro, Owens ne avrebbe vinti altri tre, nel salto in lungo, nei 200 metri sprint e nella staffetta 4 x 100 metri e in ognuna di queste occasioni il mondo osservò come un afroamericano sconfiggesse gli atleti nazisti, in ognuna di queste occasioni Hitler si sedeva a osservare come i suoi atleti ariani venissero surclassati da un atleta che, secondo lui, apparteneva a una razza inferiore.
Il desiderio di Hitler era di trasformare le Olimpiadi in una vetrina per mostrare al mondo la superiorità ariana, eppure non avrebbe mai potuto prevedere che andasse così terribilmente male. La sua reazione fu forte: durante le Olimpiadi stringerà la mano solo ai vincitori tedeschi e in vari momenti lascerà lo stadio al rendersi conto che non sarebbe stato un atleta tedesco a vincere.
Sebbene Hitler non abbia mai incontrato direttamente Owens, secondo le parole dell'atleta americano, "stavo andando a una trasmissione e sono passato vicino al suo palco. Mi ha salutato e io ho ricambiato il saluto. Credo che sarebbe di cattivo gusto criticare l''uomo del momento' in un altro Paese".
Nonostante l'eroismo di Owens, al suo ritorno in America fu accolto con freddezza. Il Paese stava ancora facendo i conti con il suo passato di schiavitù e il razzismo era imperante. Infatti, come disse Owens: "Non è stato Hitler a snobbarmi, è stato il nostro Presidente a snobbarmi. Il Presidente non mi ha nemmeno inviato un telegramma".
Nonostante il razzismo della Germania nazista, durante le Olimpiadi, a Owens fu permesso di alloggiare nello stesso hotel degli atleti bianchi; tuttavia, al suo ritorno in America, anche dopo una sfilata in parte in suo onore, Owens fu costretto a utilizzare un ascensore di servizio nel suo hotel, poiché le regole prevedevano la segregazione.
Owens tornò in America dopo le Olimpiadi del 1936 e scoprì che, nonostante le voci di lucrosi accordi commerciali che avrebbero potuto cambiare le sorti sue e della sua famiglia, le sue opzioni erano limitate. Dovette lottare duramente per trovare lavoro e per il resto della sua vita continuò a doverlo fare, dichiarando bancarotta nel 1965. Si è spento nel 1980, all'età di 67 anni, dopo una vita di grandi successi e grandi difficoltà.