Come è cambiato l'abbigliamento sportivo femminile nel tempo
Il mondo dell'abbigliamento sportivo femminile è cambiato nel corso degli anni. Le atlete sono passate da indossare corsetti restrittivi e gonne lunghe a leggings ad alte prestazioni. L'evoluzione dell'abbigliamento sportivo da donna è un viaggio attraverso la storia, la moda e l'atletismo.
Durante il Mondiale femminile di calcio 2023, molte squadre hanno scelto di evitare di indossare pantaloncini bianchi. Inghilterra, Nuova Zelanda, Canada, Francia, Nigeria, Spagna e Stati Uniti hanno optato per colori più consoni.
Potresti chiederti: cosa c'entrano i pantaloncini bianchi? La dottoressa Akilah Carter-Francique, esperta in educazione allo sport, la chiama "giustizia del ciclo". Un'atleta comoda è un'atleta produttiva.
Unire moda e comfort nel mondo dello sport femminile può essere una sfida, ma le cose stanno lentamente cambiando. Al torneo di Wimbledon svoltosi lo scorso luglio, le tenniste Elena Rybakina e Shelby Rogers sono state tra le prime a indossare pantaloncini scuri sotto le gonnelline da tennis bianche.
Dopo molti anni, l'All-England Club ha modificato il rigido regolamento di Wimbledon che imponeva l'uso esclusivo di capi bianchi per le tenniste, riconoscendo la necessità di una maggiore libertà di scelta per rispetto alla donna.
Al giorno d'oggi, gli atleti hanno una maggiore libertà di scelta su ciò che indossano durante le gare. Sono molte le atlete che scelgono di indossare pantaloncini neri sotto le uniformi previste dai regolamenti.
Per comprendere l'evoluzione dell'abbigliamento sportivo da donna, occorre fare un salto indietro nel tempo fino agli anni '20. In quell'epoca, i designer sportivi iniziarono a studiare modelli più comodi, sostituendo i tradizionali corsetti con fasce elastiche in vita e gonne corte.
Verso la metà del XX secolo, la nascita dell'activewear dette vita a un nuovo mercato nell'industria dello sport, rivolto soprattutto alle donne. Si svilupparono nuovi materiali come il nylon e lo spandex che fornivano agli atleti una maggiore flessibilità.
Gli anni '70 sono stati un'epoca di cambiamenti e rivoluzioni sociali. Stava per prendere piede la mania dell'aerobica, con i suoi body e le calzamaglie dai colori vivaci, e scoppiava la moda di marchi iconici come Adidas e Nike.
Questi nuovi indumenti, vistosi e appariscenti, non avevano solo uno scopo funzionale, ma erano delle vere e proprie dichiarazioni di stile che riflettevano lo spirito energico dell'epoca. Questo permise alle atlete di adottare il fitness come stile di vita.
Nel XXI secolo, l'industria dell'abbigliamento sportivo femminile si è fusa con quella della moda. L'abbigliamento sportivo da donna si è evoluto dando importanza sia alle tendenze della moda che alla funzionalità. Inoltre, il concetto di inclusività ha iniziato a imporsi e i marchi hanno iniziato a offrire una gamma più ampia di taglie e stili.
Ciononostante, l'abbigliamento sportivo femminile genera ancora molti dibattiti, in quanto le atlete e le aziende spesso entrano in conflitto sull'immagine che vogliono rappresentare.
Nel 2021, le giocatrici della nazionale norvegese di pallamano da spiaggia sono state multate dalla commissione disciplinare della Federazione europea di pallamano (EHF) per aver indossato i pantaloncini invece del bikini previsto dal regolamento.
Dal canto suo, la squadra di ginnastica femminile tedesca ha gareggiato alle Olimpiadi di Tokyo 2020 indossando tute intere anziché i soliti body sgambati. In un'epoca in cui il controllo del corpo delle donne è ancora all'ordine del giorno nella società, i problemi relativi al vestiario diventano sempre più ricorrenti negli sport femminili.
Tess Howard, giocatrice della squadra nazionale inglese di hockey su prato, è una delle forze trainanti del cambiamento delle norme in merito all'abbigliamento sportivo femminile. "Non è un momento, è un movimento", ha affermato l'atleta.
"Le donne che usano il loro corpo per il proprio piacere e svago, le donne che usano il loro corpo in modo potente, non dovrebbero essere qualcosa di rivoluzionario nel 2023", sostiene Lauren Fleshman, campionessa statunitense dei 5000 metri USA nel 2006 e 2010.