Gli ultimi momenti di Marco Simoncelli: 'Devo fermare Marco', le dolorose parole di suo padre
Il 20 gennaio Marco Simoncelli avrebbe compiuto 38 anni. A quasi 14 anni dal tragico incidente che ne causò la morte sul circuito di Sepang, in Malesia, il ricordo e il sorriso del Sic continuano a essere vividi nella memoria di numerosi fan e ammiratori.
Quel maledetto 23 ottobre 2011, Sic, con la sua Honda del team Gresini, era partito dal 5° posto in griglia con tutta la grinta che da sempre lo contraddistingueva per vincere. Purtroppo al 2º giro, dopo la curva 11, alle ore 16.05 malesi, è avvenuta la tragedia.
Marco Simoncelli, dopo aver affrontato la curva in piega a 100 km/h, è scivolato, rimanendo aggrappato alla sua Honda e ne resta incastrato. Dopo essere stato schivato da Alvaro Bautista e Nicky Hayden, purtroppo, è stato poi travolto da Colin Edwards e Valentino Rossi.
Il terribile impatto, il casco volato e il suo corpo riversato sull'asfalto sono stati presagio del peggio: Simoncelli, nonostante gli immediati soccorsi e la corsa al Centro medico "è arrivato in arresto cardio- circolatorio, ha segni di gomma sul collo e altre parti: stiamo cercando di rianimarlo ma è difficile". Queste le drammatiche parole dei primi soccorritori, riportate dalla Gazzetta dello Sport.
Poco dopo, è arrivato il comunicato ufficiale che tutti speravamo non arrivasse mai: "Alle 16.45 Marco Simoncelli è deceduto per un incidente in cui ha riportato lesioni a schiena, petto e collo. I medici hanno tentato in maniera impeccabile di rianimarlo per 45', ma senza successo".
Tra lacrime e shock generale, uno dei primi a rendersi conto della tragedia è stato Paolo Simoncelli, che stava vedendo la gara in pista. Qualche tempo fa, papà Paolo ha ricordato quel tragico momento durante un'intervista a Sky Sport riportata da Il Fatto Quotidiano, in cui ha rivelato che quel fatale giorno aveva avvertito un inquietante presagio.
Paolo Simoncelli aveva visto suo figlio prepararsi sulla griglia di partenza con la testa coperta dall'asciugamano con il suo numero distintivo, il 58, ma rovesciato, avvertendo una strana sensazione.
Poco prima dell'inizio della gara era rientrato nel box con quello stesso asciugamano per metterlo a posto come faceva sempre. Quando però gli è caduto dalle mani, non ha avuto dubbi: stava per succedere qualcosa a suo figlio.
Ai microfoni di Sky Sport ha detto: "Allora ho preso il motorino per andare lungo la pista per vedere la gara: appena ho varcato il cancello, mi è arrivato addosso un vento gelato che sapeva di morte, lo giuro. Una sensazione proprio di morte, al punto che mi sono detto: ‘Devo andare a fermare Marco’".
"Quella sensazione di morte l’ho avuta soltanto quando sono entrato in pista il giorno della sua scomparsa. È stato veramente terribile. Quell’asciugamano alla rovescia sulla testa di Marco è l’unico rimpianto della nostra vita. Quell’asciugamano che non ho voluto girare per non disturbarlo ce l’ho nella mente".
Sulle note di 'Siamo solo noi', la canzone di Vasco, la preferita di Sic, l'ultimo saluto nella chiesa di Santa Maria Assunta, a Coriano, il paese che lo ha visto crescere. Quel giorno, l'Italia tutta è stata avvolta nel dolore più assoluto.
Marco Simoncelli ha debuttato nel motomondiale nella classe 125 a 15 anni, nel 2002. È stato Campione del Mondo nel 2008 con la 250 e due ani dopo, nel 2010, è passato al MotoGP.
Dopo la sua prematura scomparsa, avvenuta quando il campione aveva soltanto 24 anni, suo padre Paolo ha dato vita alla Marco Simoncelli Fondazione che promuove l'impegno nello sport per realizzare progetti umanitari.
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