Cosa è successo alle Olimpiadi di Mosca 1980: boicottaggio, doping e gesti passati alla storia
Il 23 ottobre 1974 il CIO (Comitato Olimpico Internazionale) affidò l'organizzazione dei Giochi Olimpici Estivi del 1980 alla città di Mosca, dopo una stretta votazione che l'ha vista prevalere su Los Angeles per 39 voti a 20. Questa vittoria fu un successo politico per tutta l'URSS, in un momento in cui si cercava la "distensione" tra i due blocchi: gli Stati Uniti da una parte, l’URSS dall’altra.
Gli anni ’60 e ’70 furono, infatti, teatro di forti tensioni geopolitiche tra le due potenze. Ogni evento internazionale rappresentava un'opportunità di affermare la propria superiorità sull'altro. Con l’avvicinarsi dei Giochi Olimpici di Mosca del 1980, la tensione era al culmine. La ragione? Afghanistan.
Nel 1979, l’URSS aveva deciso di intervenire a Kabul, la capitale dell’Afghanistan, e di invadere la città per combattere la rivoluzione dei Mujaheddin in corso, un'azione condannata dal presidente americano Carter, che minacciò di boicottare i Giochi Olimpici se l'URSS non avesse ritirato le sue truppe da Kabul.
L'URSS non accettò la richiesta e gli Stati Uniti si ritirarono ufficialmente dai Giochi Olimpici, seguiti dalla maggior parte dei paesi del blocco occidentale, oltre cinquanta, con Canada, Germania e Giappone in testa. Francia, Gran Bretagna e Italia, invece, si svincolarono dalla decisione del blocco occidentale e parteciparono a quelle Olimpiadi.
Oltre alla questione politica, questo boicottaggio fu un vero e proprio fiasco sportivo perché, senza Germania Ovest, Canada e Stati Uniti, le Olimpiadi vennero private di tre delle cinque nazioni più importanti nello sport mondiale dell'epoca.
Gli osservatori temevano che questi Giochi sarebbero stati solo il teatro di una sfida tra la Germania dell'Est e l'URSS. Eppure, su queste Olimpiadi aleggiava uno spettro molto più preoccupante: quello del doping organizzato.
Per la prima volta, e ancora oggi l'unica, nella storia dei Giochi Olimpici non fu registrato alcun test positivo, come ricorda The Economist. Anni dopo, però, questi Giochi verranno ribattezzati 'J u n k i e Olympics' (Giochi per d r o g a t i) a causa dell'uso massiccio di testosterone, all'epoca non rilevabile, o di steroidi. Secondo un sondaggio, quasi il 90% dei medagliati aveva assunto sostanze d o p a n t i.
Questo presunto utilizzo di sostanze risulterà evidente quando le atlete tedesche infrangeranno tutti i record con una facilità sconcertante. Un caso eclatante fu quello di Marita Koch (nella foto) che realizzerà il tempo di 47 s 60 sui 400 metri, un record imbattibile a cui si sono avvicinate solo Marie-José Pérec (48s 25) e Salwa Eid Naser (48 s 14 nel 2019, ma squalificata due anni per d o p i n g nel 2021).
Russia e Germania dell'Est si divideranno, tra loro, 127 delle 204 medaglie d'oro, con un dominio travolgente. La terza nazione più vincente fu la Bulgaria con otto medaglie d'oro.
Tuttavia, la medaglia d'oro che attirerà maggiormente l'attenzione non fu conquistata né dai tedeschi, né dai sovietici, e nemmeno dai bulgari... Fu il saltatore con l'asta polacco Władysław Kozakiewicz a conquistare l'oro.
Dopo essere stato fischiato durante la gara di salto con l'asta, Władysław Kozakiewicz vinse la medaglia d'oro stabilendo un nuovo record mondiale (5,78 m ). Nonostante ciò, i fischi del pubblico continuavano. L'atleta allora fece il gesto dell'ombrello al pubblico russo.
In quei Giochi tutto era una questione politica e, pertanto, quest'atto rappresentò un incidente diplomatico che, fortunatamente, non ebbe tra URSS e Polonia, seppur rievocò alcune delle tensioni già esistenti.
Una delle uniche soddisfazioni di questi Giochi fu lo spettacolo offerto dai ginnasti. Infatti, il sovietico Alexandre Dityatin (nella foto) entrò nella storia riuscendo ad aggiudicarsi otto medaglie nelle otto gare disputate (tre d'oro, quattro d'argento e una di bronzo) e diventando così il primo atleta ad ottenere otto medaglie nel corso delle stesse Olimpiadi.
L'altra sfida di queste Olimpiadi fu il ritorno della stella bambina Nadia Comăneci, quattro anni dopo il suo perfetto 10/10 ai Giochi di Montreal, a soli 14 anni. La rumena si distinguerà vincendo quattro medaglie, di cui due d'oro.
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La vera delusione di questi Giochi fu, senza dubbio, il nuoto. In assenza delle grandi nazioni occidentali, la Germania dell’Est vinse tutto, soprattutto nel femminile in cui vinsero 26 medaglie su 39. La sola Barbara Krause collezionò tre medaglie d'oro.
Questi Giochi Olimpici, insomma, furono un fiasco sotto tutti i punti di vista. A livello di sport, la mancanza di concorrenza e lo schiacciante dominio di URSS e Germania dell'Est rovinarono lo spettacolo e lo spettro del d o p i n g organizzato offuscò definitivamente l'immagine di questa Olimpiade che resterà una delle più buie dell'era moderna.
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