Caos nel Real Madrid: tifosi in rivolta dopo la disfatta contro il Milan
Il Real Madrid è tornato al Santiago Bernabéu dopo l'umiliazione subita dal Barcellona in campionato per essere protagonista di un nuovo imbarazzo in Champions League contro il Milan. Il passaggio dei rossoneri ha reso evidente una crisi che è già diventata cronica, aggiungendo brutti risultati a brutte prestazioni.
I giocatori del Real Madrid hanno dato una nuova lezione su cosa non fare nel calcio d'élite: disorganizzazione (anche cronica), mancanza di gioco e di intensità, errori difensivi, passività di alcuni calciatori e, ancora una volta, una preoccupante incapacità di finalizzare a porta.
Erano due anni che la squadra bianca non perdeva al Bernabéu in Europa e il fiasco contro il Milan ha cominciato a provocare l'ira dei tifosi - già feriti dalla sconfitta subita contro l'eterno rivale -, che hanno manifestato lo scontento con fischi e proteste contro la loro giocatori, lasciando lo stadio prima del fischio finale.
La squadra di Carlo Ancelotti ha subito sin dal primo minuto le difficoltà imposte dagli avversari, iniziando il match con buone premesse ma venendo rapidamente sopraffatta dalle offensive incisive di Theo Hernández e Rafael Leao, che hanno portato al primo gol in breve tempo.
Lo 0-1 per il Milan è stato segnato da Malick Thiaw all'11', perfezionando un corner battuto da Pulisic in cui il difensore tedesco ha superato agevolmente gli inefficaci Tchouaméni e Militao. Chiaro esempio dei problemi difensivi del Real Madrid in questa stagione.
Il pareggio per i madrileni non tarda ad arrivare, opera di Vinicius su rigore. Questo gol però non è servito a motivare la squadra, anzi, ha portato la squadra a scomparire e a consegnare la palla ad un Milan che ha dominato il gioco senza problemi.
Nella Champions League, trascurare la maestria del gioco e sperare in miracoli non è una strategia vincente a lungo termine. Ne è prova il match in cui il Milan ha capitalizzato gli errori dei rivali, siglando il secondo gol al 38' attraverso Morata. L'attaccante ha sfruttato un incomprensibile errore di Tchouaméni e Vinícius, approfittando della passività della difesa del Real Madrid per portare a segno il decisivo gol.
Tale era l'immagine offerta dal Real che i giocatori sono rientrati negli spogliatoi tra i fischi dei tifosi e hanno costretto Carlo Ancelotti a far muovere la panchina, facendo entrare Brahim e Camavinga al posto di Valverde, fisicamente colpito, e Tchouaméni.
Ma i secondi 45 minuti sono stati più o meno la stessa storia. Il disordine e la scarsa mobilità della squadra hanno portato l'olandese Tijjani Reijnders a diventare titolare e signore del centrocampo e del gioco. Un'ottima prestazione che si è conclusa anche con la ricompensa del definitivo 1-3 al 72', un gol che ha condannato “los blancos”e ha influito molto sul progetto di Ancelotti.
Il disastro del Real Madrid è facile da spiegare. In porta Lunin non ha offerto una brutta prestazione, ma è molto lontano dal portiere che l'anno scorso guidò la squadra alla fine della Champions League e tra i pali manca Thibaut Courtois.
La difesa è ancora un grande problema. Ridotta ai minimi termini dall'insistenza di Florentino Pérez a non firmare, è supportata da un Lucas Vázquez superato e lontano dalla battuta di Dani Carvajal, da un Mendy molto lontano dalla sua versione migliore e da due difensori centrali, Militao e Rudiger, che non vivono il loro momento migliore.
Al centro del campo Valverde abbassa il livello condizionato dai problemi fisici; Modric si avvicina ai 40 anni e Tchouaméni non smette di dare motivi al club per cercare una via d'uscita per lui, perché è molto lontano da quello che ci si aspettava da lui.
Tra centrocampo e linea d'attacco, c’è poi un Jude Bellingham che non assomiglia per niente a quello della scorsa stagione. Lavora tanto e dimostra carattere, ma continua a essere frenato dagli insuccessi e dalla mancanza di gol, chissà se perché sta attraversando un periodo negativo o per i continui cambi a cui lo sottopone Ancelotti.
I problemi si completano con un attacco in cui Mbappé è molto attivo, ma inefficace sotto porta e Vinicius in un continuo ottovolante tra prestazioni eccezionali e partite come questa, in cui passa dal più al meno, fino a finire fischiato da la sua mancanza di attitudine e passività.
Tutto questo senza dimenticare uno dei principali problemi che il Real Madrid sta soffrendo quest'anno e cioè che né Mbappé né Vinicius difendono, il che mina la squadra quando i rivali attaccano.
Nonostante la situazione, Ancelotti continua a non scommettere su un cambiamento che si concretizza soprattutto in due giocatori, Arda Güler ed Endrick, sui quali sembra insistere nel non contare. Si era parlato anche di Fortea, giocatore del Castilla, come terzino destro, anche se il CT continua a valorizzare la sua immagine di allenatore che non ama scommettere sui giocatori spagnoli.
Carlo Ancelotti, in dichiarazioni ai microfoni dell’emittente spagnola Movistar+, ha dichiarato: "Dobbiamo essere preoccupati, la squadra non sta dando una buona prestazione. La squadra non è compatta, dobbiamo essere più compatti, più organizzati, abbiamo preso tanti gol.. La squadra non è ben organizzata in campo e dobbiamo lavorare su questo".
Jorge Valdano ha parlato della figura di Ancelotti, interrogandosi di partita in partita: "C'è responsabilità nell'allenatore? Ogni volta che non c'è ordine, l'allenatore ha una parte di responsabilità. Ci sono responsabilità individuali perché ci sono grandi giocatori che non hanno eppure hanno trovato il loro momento migliore e c'è responsabilità nella progettazione della rosa".
"Non c'è molto equilibrio in questa squadra. Penso che la partenza di Kroos sia stata sottovalutata. Ed è a centrocampo che la squadra non trova equilibrio. E la presenza di Kroos è stata curativa perché ha dato alla squadra pazienza quando ne aveva bisogno, rapidità quando era necessario accelerare", ha aggiunto l'ex allenatore argentino del Real Madrid.
Su Movistar è intervenuto anche Lucas Vázquez, che ha sottolineato che "sia difendere che attaccare è una cosa collettiva ed è qui che dobbiamo alzare la testa e continuare a lavorare, la strada è molto lunga e lotteremo fino alla fine."
Con questo risultato, le possibilità del Real Madrid di raggiungere la fase successiva della Champions League si complicano e tutto questo con il Liverpool all'orizzonte, il suo prossimo rivale nella competizione, che conta le sue partite per vittorie, l'ultima con un netto 4-0 al Bayer Leverkusen di Xabi Alonso.