Il giorno in cui Tamberi e Barshim condivisero la medaglia d'oro olimpica
1º agosto 2021: la gara olimpica di salto in alto è più indecisa che mai. Tre uomini ssu tutti gli altri: Gianmarco Tamberi, Mutaz Essa Barshim e Maksim Nedasekau.
Da un lato, c'è Mutaz Essa Barshim, qatariota e grande favorito della competizione. Vicecampione olimpico e due volte campione del mondo, è il secondo miglior interprete di tutti i tempi con un salto di 2,43 m, a due centimetri dal record di Sotomayor.
Per Gianmarco Tamberi le cose sono diverse. Il saltatore italiano viene da una delusione ai Campionati Europei Indoor dove non è riuscito a mantenere il titolo, finendo secondo dietro Maksim Nedasekau. Campione del mondo nel 2016, si presentava come uno dei contendenti alla medaglia a Tokyo.
Prima dei Giochi, Maksim Nedasekau è considerato il principale avversario di Barshim. A 22 anni, il giovane bielorusso è campione europeo indoor con un salto di 2,37 m e ha tutto per giocarsi il titolo.
Ma fin dall'inizio della competizione, il bielorusso è il primo a vacillare. Il giovane atleta non riesce a superare i 2,19 m al primo tentativo, cosa che Tamberi, invece, fa.
Nonostante questo errore, Nedasekau torna in gioco e ottiene un risultato "perfetto", superando tutte le sue barre fino ai 2,33 m. Viene imitato da Barshim e Tamberi che fanno lo stesso, riuscendo in tutti i loro tentativi.
I tre uomini sono testa a testa davanti alla sbarra a 2,35 m. Nedasekau è stato il primo a partire ma il salto non gli riesce, mentre i suoi due rivali continuano la loro tranquilla passeggiata e la superano al primo tentativo.
Il bielorusso tenta allora una mossa da poker e, senza superare l'asticella a 2,35 m, decide di tentare quella a 2,37 m... e ci riesce.
Barshim e Tamberi sono quindi costretti a superare questa sbarra al primo tentativo per restare in corsa. La tensione è al massimo ma i due uomini la superano senza tremare. La decisione verrà presa alla battuta successiva, ai 2,39 m.
Dei tre, solo Nedasekau non ha mai superato quest'asticella in carriera. Tamberi ha raggiunto questa quota solo una volta, nel 2017, mentre Barshim l’ha già superata in più occasioni. A questo punto della competizione il qatariota e l'italiano sono primi a pari merito, visto che non hanno mancato nessun tentativo, a differenza di Nedasekau.
Nedasekau è il primo a lanciarsi ma fallisce. Tamberi e Barshim fanno lo stesso al primo tentativo. Uno schema che si ripeterà al secondo tentativo... poi al terzo. Nessuno dei tre uomini riesce a superare 2,39 m.
A Tamberi e Barshim vengono quindi date due opzioni: uno spareggio (nuovi tentativi per determinare il vincitore) o condividere l'oro olimpico. Per Nedasekau, invece, c'è il bronzo.
Solo che Tamberi e Barshim non sono due nemici. I due campioni condividono la pista da diversi anni e si conoscono molto bene, sono amici anche nella vita reale.
A questo va aggiunto che sia Tamberi che Barshim hanno vissuto le stesse difficili esperienze, perché entrambi si sono infortunati gravemente (rottura dei legamenti della caviglia) in carriera.
Fu Barshim il primo a rivolgersi a un funzionario e a porre la famosa domanda: “Possiamo avere entrambi l’oro?” Il suo interlocutore allora risponde che “sì, è possibile”. Prima ancora che abbia finito la frase, i due saltatori si guardano e concordano: saranno entrambi campioni olimpici!
Segue una festa ormai leggendaria dove, dopo essersi gettati l'uno nell'abbraccio dell'altro, i due atleti vanno a raggiungere i loro amici, con Tamberi in lacrime. Questa è la prima volta che due uomini vincono una medaglia d'oro nel salto in alto ai Giochi Olimpici. E che campioni!
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