Il reverendo George Foreman: l'incontro con Mohamed Ali, la depressione e il trionfale ritorno sul ring a 42 anni
Tiger Woods, Tom Brady, George Foreman: questi tre campioni hanno due cose in comune: vengono dagli Stati Uniti e hanno fatto rimonte strepitose. Ma quella di George Foreman è la più impressionante.
Avendo toccato il fondo dopo la sconfitta contro Mohamed Ali nel 1974, George Foreman è tornato dall'inferno per diventare il più anziano campione del mondo nella storia della boxe. Diamo uno sguardo alla carriera unica dell'americano.
George Foreman è nato il 10 gennaio 1949 a Marshall, in Texas. Bambino dei ghetti di Houston, ha trovato nello sport una via di fuga dalla sua infanzia difficile. Dopo aver provato il football americano, si è dedicato alla boxe da adolescente e ha preso parte al suo primo incontro amatoriale a 18 anni.
L’ascesa del giovane prodigio è fulminea. Divenne campione nazionale amatoriale nel 1968, all'età di 21 anni, prima di vincere una medaglia d'oro ai Giochi Olimpici del Messico.
La stella del ring ha fatto il suo debutto professionistico nel 1969 e, nel suo primo anno, ha combattuto 13 volte, ottenendo altrettante vittorie (di cui 11 per KO). Nel 1971 divenne campione nordamericano della NABF vincendo contro Peralta.
Ottenne una serie di vittorie per KO e divenne, nel 1971, il contendente numero 1 al titolo di campione del mondo, allora detenuto da Mohamed Ali. Quest'ultimo, però, perderà contro Joe Frazier, imbattuto in carriera. Nel 1973 fu pianificato uno scontro tra Frazier e Foreman per le cinture WBA e WBC.
Lo scontro tra i due giocatori imbattuti è seguito dagli occhi di tutto il mondo. Se Joe Frazier viene dato come favorito dopo la sua vittoria contro Ali, sarà Foreman a dettare il ritmo del combattimento. Ha steso più volte il suo avversario prima che l'arbitro fermasse l'incontro dopo una combinazione devastante di Foreman, poi diventato campione del mondo, a soli 24 anni.
Dopo la vittoria contro Norton, che porta il suo totale a 40 vittorie di cui 37 per KO, George Foreman dovrà poi affrontare il più grande nome della storia della boxe: Mohamed Ali. Quest'ultimo è considerato il perdente, avendo perso contro Frazier e Norton, entrambi battuti da Foreman per KO.
Fu a Kinshasa, nella capitale dello Zaire, che i due uomini salirono sul ring il 30 ottobre 1974, davanti a 100.000 persone. Più potente di Ali, Foreman cadrà però nella trappola del suo avversario, che lo stancherà con le sue schivate prima di contrastarlo all'ottavo round. Il campione crolla e, per la prima volta nella sua carriera, viene eliminato.
George Foreman non accetta la sconfitta e accusa, nei giorni successivi, Mohamed Ali di aver allentato le corde dell'anello e di averlo avvelenato. Il nativo di Marshall combatté alcuni incontri di esibizione nel 1975 e indossò di nuovo i guantoni nel 1976, battendo Lyle e poi Frazier.
Vuole una rivincita contro Ali ma quest'ultimo si rifiuta di concedergliela. Nel 1977, Foreman perde ai punti contro Young e decide di ritirarsi all'età di 28 anni, con un record di 45 vittorie e due sconfitte.
La sconfitta contro Muhammad Ali tre anni prima aveva gettato Foreman in una profonda depressione: "Quella sconfitta mi fece perdere la testa - racconta nella sua autobiografia -. Stavo quasi impazzendo, davvero. Non riuscivo a conviverci, in che modo ero stato battuto. Ero umiliato, distrutto. Pensavo che sarebbe stato meglio se fossi morto su quel ring."
Contro ogni aspettativa, la sconfitta contro Young cambierà tutto. Infatti, dopo questo combattimento, Foreman dice di aver ricevuto la chiamata di Gesù. È stata questa visione che lo ha fatto smettere di boxare per diventare pastore.
Decide quindi di rivolgersi agli altri e apre un centro di sostegno giovanile a Houston e si allontana dalla boxe, guadagnando 15 kg.
Fu nel marzo 1987, dopo 10 anni di assenza, che torna sul ring. Il ritorno dell'ex campione è improbabile, ma l'americano metterà a tacere i suoi detrattori inanellando sette vittorie consecutive in un anno. Diventa uno dei lottatori preferiti dai tifosi con la sua nuova personalità, estremamente positiva e sorridente.
Vince poi altri 12 incontri e, all'età di 42 anni, gli viene offerta un'altra possibilità per il titolo contro Holyfield, ma perde ai punti contro il suo avversario, 14 anni più giovane di lui. Quest'ultimo dirà a Boxing Junkie che George Foreman è il pugile che lo ha colpito più forte, davanti a Riddick Bowe e Mike Tyson.
Il 7 giugno 1993, dopo una nuova serie di vittorie, gli viene offerta una nuova possibilità per il titolo contro Morrison ma perde ancora una volta ai punti, a 44 anni. Tutti pensavano che quella sarebbe stata la fine per George Foreman, la sua ultima opportunità.
Eppure, un anno dopo, si oppone al nuovo campione imbattuto Moorer, che aveva appena battuto Holyfield. Quest'ultimo è favorito tre a uno ma sarà Foreman che, a 45 anni, metterà KO il suo avversario al decimo round e diventerà nuovamente campione del mondo.
George Foreman avrebbe finalmente combattuto il suo ultimo incontro il 22 novembre 1997 contro Shannon Briggs, prima di ritirarsi all'età di 50 anni. Un meritato riposo per uno dei più grandi campioni della storia della boxe.