'La Muhammad Ali' donna: la straordinaria storia di Jackie Tonawanda
Nel crudo mondo della boxe, dove i riflettori sono spesso puntati sui combattenti maschili, Jackie Tonawanda è emersa sulla scena, sfidando tutti gli stereotipi. La sua feroce determinazione e i suoi pugni fulminei l'hanno resa una delle migliori combattenti nel mondo di questa disciplina. Diamo uno sguardo ai momenti più importanti della sua carriera.
Spesso definita la "The female Alì", ovvero la Alì donna, Tonawanda ha ispirato generazioni di atlete a salire sul ring con sicurezza. È stata la prima donna a combattere al Madison Square Garden (1975), dimostrando al mondo che le donne appartenevano al ring tanto quanto gli uomini.
Nata nel 1933, nella contea di Suffolk, a New York, come Jackie Garret, scoprirà la sua passione per la boxe nel Queens. "Quando aveva solo 8 anni rimase orfana e all'età di 13 anni iniziò a fare boxe nella Gleason's Gym di Brooklyn", secondo quanto riportato dal portale Unorthodox.
Con un'altezza di 1,75 m e 79 kg, Tonwanda era un peso massimo e spesso faticava a trovare un avversario nella sua categoria. La pugile americana si allenava con uomini poiché, come aveva dichiarato in un'intervista: "Le donne non riuscivano a sopportare la mia potenza".
Tonwanda partecipava principalmente a combattimenti non autorizzati, poiché a quei tempi le donne non erano ammesse alle gare ufficiali. Era una lottatrice clandestina. Secondo Unorthodox, alcune fonti sostengono che il suo vero record di boxe potrebbe essere compreso tra 23-0 e 36-0.
Iniziò il processo per ottenere l'autorizzazione nel 1974. Combatté duramente contro lo Stato di New York per rendere legali i combattimenti anche per le pugili femminili.
"Lady Ali" non era contenta della sua situazione tanto da portare in giudizio la Commissione di Boxe di New York, per non aver permesso alle pugili donne di ottenere una licenza professionale di boxe.
Ed Dooley, il capo della Commissione, era schietto nei suoi modi e credeva fermamente che le donne avrebbero fatto crollare lo sport se fossero state coinvolte sul ring. Inoltre, è stato anche il periodo in cui iniziarono a circolare voci sul pericolo dei colpi al petto che, secondo quanto si pensasse all'epoca, avrebbero potuto provocare il cancro al seno.
Successivamente, la Corte Suprema si è pronunciata a suo favore, "esortandola a fare nuovamente causa per ottenere la revoca delle leggi che impediscono alle donne di praticare la boxe", secondo Unorthodox.
Purtroppo, Tonwanda non volle portare avanti la sua battaglia legale e tornò agli incontri clandestini nel 1976. Nello stesso anno, fu invitata a incontrare il suo idolo della boxe, Muhammad Ali.
Qualche anno dopo, nel 1978, lo stato di New York consegnò finalmente tre licenze di boxe a Cathy Davis, Tonawanda e Mirian Trimar, che diventarono così le prime donne in assoluto a ricevere l'autorizzazione per combattere.
Il 12 giugno 2022, Jackie Tonawanda è stata formalmente inserita nella International Boxing Hall of Fame di Canastota, appena 13 anni dopo la sua scomparsa nel 2009.