Jannik Sinner non lo sapeva: la sua reazione

È successo tutto all'improvviso
La notizia, dopo la vittoria
L'emozione contenuta e il pensiero per Djokovic
'È un momento speciale'
Diventare il numero 1
Quanta strada da San Candido
Tutto è cominciato quando aveva 13 anni
Le difficoltà degli inizi
Il campione che sarà
I primi successi
L'addio a Piatti e l'arrivo di Vagnozzi e Cahill
Un nuovo team, una nuova preparazione
Un lavoro costante per migliorare
Un 2023 da sogno
Il 2024 aperto con il botto
Rotterdam e numero 3 del mondo
Indian Wells e Miami
Il problema all'anca
L'attesissimo Roland Garros
Quello che importa è il presente
Che vinca o perda...
È successo tutto all'improvviso

Era sul 5-4 dei quarti di finale contro il bulgaro Dimitrov quando l'ATP ha lanciato la notizia del ritiro di Djokovic: Jannik Sinner, che aveva cominciato il match come numero 2 del mondo, l'avrebbe finito come numero 1. Ma lui non lo sapeva ancora.

La notizia, dopo la vittoria

È Fabrice Santoro, ex giocatore e oggi commentatore, a dargli la notizia alla fine dell'incontro, vinto per 6-2 6-4 7-6(3): "Jannik, sei il primo italiano a diventare numero 1 al mondo".

L'emozione contenuta e il pensiero per Djokovic

"Cosa posso dire? È il sogno di tutti diventare n.1 al mondo, ma al contempo vedere Novak così è un dispiacere: gli auguro una pronta guarigione. Grazie al mio team." dirà al microfono del commentatore, come riportato dal Corriere della Sera.

'È un momento speciale'

E aggiungerà: "È  un momento speciale, sono felicissimo di condividerlo con voi e con chi da casa in Italia mi sta seguendo". Sempre composto, Sinner, questa volta non riesce a non accennare un sorriso.

Diventare il numero 1

Forse non era il modo in cui avrebbe voluto diventare numero 1, con un Djokovic infortunato, come dirà in un'intervista pubblicata su Sky Sport. Ma questo non gli toglie il merito di avercela fatta, dopo un lungo e faticoso percorso che è iniziato dal fondo, fondissimo, della classifica ATP.

Quanta strada da San Candido

E di strada ne ha fatta, Sinner, dalla sua San Candido, piccolo comune delle Dolomiti con più di 3000 abitanti, prima di coronare questo suo sogno sul campo centrale del Roland Garros, davanti a un pubblico 15.000 spettatori.

Tutto è cominciato quando aveva 13 anni

Sinner aveva solo 13 anni quando Riccardo Piatti (nella foto) ne riconosce il talento. L'allenatore riesce a convincere i genitori di Jannik a lasciarlo partire per iniziare ad allenarsi con lui a Bordighera, in Liguria.

Le difficoltà degli inizi

Con l'appoggio della famiglia, Sinner disputa i primi Futures già a 14 anni, vincendo il suo primo Challenge a 17. I suoi risultati, però, sono altalenanti, come commenta la Gazzetta dello Sport.

Il campione che sarà

Nel 2019, però, inizia già a intravedersi il germe del campione che sarà. Aveva iniziato la stagione come numero 553 del mondo, ma, scalando gradino a gradino la classifica ATP, la chiude alla 78a posizione.

I primi successi

L'anno successivo (2020) arriva il suo primo titolo ATP a Sofia. Riesce a raggiungere anche i quarti al Roland Garros. Alle Finals, infine, sostituisce Matteo Berrettini, fuori per infortunio, dopo essersi assicurato altri quattro titoli ATP. Nel 2021 entra prepotentemente nella Top 10.

 

L'addio a Piatti e l'arrivo di Vagnozzi e Cahill

Il 2022 è un anno di cambiamenti per Sinner, che a febbraio dice addio al suo storico allenatore Riccardo Piatti, sostituendolo con Simone Vagnozzi, a cui, più in là, si affiancherà Darren Cahill, ex allenatore di grandi campioni come Lleyton Hewitt, Andre Agassi e Simona Halep.

Un nuovo team, una nuova preparazione

Jannik, in quel momento, era già un giocatore potente sia nel dritto che nel rovescio, ma sia lui che il suo team ne erano coscienti: essere potenti non basta, per diventare un campione c'è bisogno di altro.

Un lavoro costante per migliorare

Il Sinner di quel periodo deve migliorare in quanto a forza muscolare e a varietà di colpi, soprattutto sottorete, deve perfezionare la sua visione di campo e, come tutti i grandi campioni, deve allenare anche la sua testa, per essere capace di mantenere un certo equilibrio mentale anche sotto pressione. E sembra riuscirci.

Un 2023 da sogno

Nel 2023, infatti, il duro lavoro fatto inizia a dare i suoi frutti: vince il suo 7º titolo a Montpellier, poi il National Bank Open a Toronto, il China Open e il titolo a Vienna, per poi trascinare l'Italia alla vittoria in Coppa Davis. Chiuderà la stagione come numero 4 del mondo.

 

Il 2024 aperto con il botto

Il 2024, poi, si apre con un'impresa che nessun italiano prima di lui era mai riuscito a compiere: vincere l'Australian Open. E lo fa battendo non uno qualunque, ma un numero 1 del calibro di Novak Djokovic.

Rotterdam e numero 3 del mondo

Sulla scia del successo di Melbourne, a febbraio ha la meglio su Alex de Minaur e conquista l'ATP 500 di Rotterdam. Diventa numero 3 del mondo, subito dopo Carlos Alcaraz e Novak Djokovic.

Indian Wells e Miami

Dopo Rotterdam, arriva la finale di Indian Wells, in cui però sarà il suo nemico-amico, Carlos Alcaraz, a prevalere. Si rifarà al Master 1000 di Miami, vincendolo e assicurandosi il 2º posto nella classifica ATP, scavalcando lo stesso Alcaraz.

Il problema all'anca

Arriva in semifinale anche al Master 1000 di Montecarlo, sconfitto da Tsitsipas che poi vincerà la competizione. Un problema all'anca lo costringe al ritiro a Madrid e lo tiene lontano anche dal Master 1000 di Roma, dove avrebbe giocato in casa. Anche la sua presenza al Roland Garros, a quel punto, sembra essere in forse.

L'attesissimo Roland Garros

Invece al Roland Garros, alla fine, Sinner c'è. E il suo percorso fino alla semifinale del 7 giugno, in cui si scontrerà con Carlos Alcaraz, è stato pressoché impeccabile.

Quello che importa è il presente

Ed è a questa semifinale che pensa Sinner, anche dopo aver saputo di essere il nuovo nº 1: "Ora penso alla semifinale di venerdì, voglio giocarla al meglio con determinazione", dice in un'intervista pubblicata da Sky Sport.

Che vinca o perda...

In ogni caso, che vinca o perda questa semifinale, una cosa è certa: ci sono ancora molti altri capitoli da scrivere nella storia di questo campione di 22 anni e nuovo numero 1 del mondo.

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