Scott Miller, ex star del nuoto, potrebbe uscire di prigione
“Ammetto che è stato raggiunto il punto in cui non si otterrà alcuna riabilitazione tenendolo in carcere”: con queste parole il giudice Andrew Scotting ha commentato la vicenda di Scott Miller, ex campione australiano di nuoto salito agli 'onori' della cronaca per i suoi gravi problemi con la giustizia. Li ricordate?
Scott Miller era una volta uno degli atleti australiani più famosi al mondo. Vinse la medaglia d'argento nel nuoto ai Giochi Olimpici di Atlanta del 1996, finendo dietro al russo Denis Pankratov nella finale dei 100 metri farfalla.
Al tempo dei Giochi di Atlanta, l'ex nuotatore aveva conquistato innumerevoli fan e ammiratori in Australia. Ma cosa gli è successo?
Nel 2008, Scott Miller fu arrestato per la prima volta dopo che la polizia trovò nella sua casa una pistola e sostanze illegali. Prestò servizi alla comunità e fu rilasciato.
Poi, nel 2013, l'atleta venne nuovamente arrestato, perché in possesso di d r o g a e molto denaro in contanti. Nel 2021, secondo UOL, fu accusato di essere a capo di un cartello della d r o g a e portato nuovamente in prigione.
Come riporta il Daily Mail, il 10 maggio 2024, Miller ha depositato una dichiarazione giurata in cui affermava che il suo matrimonio (1999) con l'ex presentatrice televisiva, Charlotte Dawson, era la ragione per cui aveva intrapreso un sentiero oscuro.
Secondo il Daily Telegraph, Miller ha scritto: "Charlotte era coinvolta nel settore della moda e dei media, ed è stato nel contesto di questo stile di vita che le connessioni sociali e professionali di mia moglie mi hanno offerto il mio primo contatto con le sostanze illegali".
"Sebbene non fosse significativo, mi rendo conto in retrospettiva che fu l'inizio del mio lungo e disastroso coinvolgimento con queste sostanze", ha concluso Miller.
Charlotte Dawson si è tolta la vita nel 2014, il giorno dopo il 39esimo compleanno di Miller.
Il sito australiano The News ha riferito che Miller sta attualmente scontando una pena massima di cinque anni e sei mesi, dopo essersi dichiarato colpevole dell'accusa di s p a c c i o di sostanze illegali, nello stesso schema dei reati precedenti.
Il periodo di non libertà vigilata di un anno è scaduto il 16 maggio e, grazie al tempo già scontato, nei prossimi mesi potrà richiedere di essere rilasciato sotto sorveglianza.
Il giudice Andrew Scotting ritiene che la depressione e l'ansia causate dalla sua carriera nel nuoto siano state le ragioni per cui è finito in prigione.