La 'guerra fredda' della WTA: tensione e nessuna stretta di mano tra le tenniste ucraine, russe e bielorusse
Dal 24 febbraio 2022, giorno dell'inizio delle ostilità tra Russia e Ucraina, le sanzioni, le dichiarazioni pro e contro, i ritiri e gli allontanamenti hanno reso chiara una cosa: neanche lo sport è impermeabile ad una guerra in corso.
E tra tutti gli sport, il tennis non fa certo eccezione. Non dimentichiamoci che nel 2022 l'organizzazione di Wimbledon, ad esempio, vietò la partecipazione degli atleti russi e bielorussi al torneo "vista un'aggressione militare ingiustificata e senza precedenti", come si legge nel comunicato ufficiale.
Nel 2023, però, questo veto è stato sollevato e gli atleti e le atlete provenienti dalla Russia e dalla Bielorussia torneranno sui campi di erba dell'Open inglese, ma le tensioni in campo restano comunque alte.
Che le tensioni, al di là dell'intiepidirsi delle misure, siano comunque tangibili è quanto abbiamo appreso, ad esempio, dal Mutua Madrid Open, uno dei Master 1000 sulla terra battuta che precedono l'Open di Francia.
Nella foto: l'ucraina Dayana Yastremska
L'ultimo caso, in ordine cronologico, si è presentato domenica 30 aprile, quando a scontrarsi sui campi della capitale spagnola c'erano l'ucraina Lesia Tsurenko (nella foto) e la russa Daria Kasatkina, durante il 3º round del torneo.
Nell'ambito di quella che alcune testate hanno definito "la guerra fredda del tennis", la Kasatkina, come alcune delle sue connazionali, non ha avuto nessuna esitazione a dichiarare la sua opposizione alla guerra e a gareggiare senza difendere i colori russi, come ha fatto a Madrid. Ma questo non basta, almeno per la sua collega ucraina.
Al termine del match alla Caja Mágica di Madrid, la russa si dirige verso la rete, pronta al saluto di rito con l'avversaria al termine del match, ma la Tsurenko le passa accanto. E di strette di mano neanche l'ombra.
"La cosa più triste è che siamo ancora in guerra e gli ucraini hanno motivi per non stringersi la mano. Ci salutiamo con la mano e questo mi rende felice": è questo il commento di una comprensiva Daria Kasatkina, riportato da Okdiario.
Se la Tsurenko ha comunque indirizzato alla collega russa un cenno con la testa, non è stato così tra l'ucraina Elina Svitolina e la bielorussa Aliaksandra Sasnovich, durante il primo turno del torneo madrileno, ad esempio.
E, prima di Madrid, non è stato così neanche a Miami, torneo che è stato anch'esso teatro di questa "guerra fredda" tra le atlete ucraine, da una parte, e russe e bielorusse, dall'altra.
Nella foto: la russa Anastasia Potapova durante l'incontro contro l'ucraina Marta Kostyuk
Una delle protagoniste della tensione a Miami è stata l'ucraina Marta Kostyuk, che si è negata a stringere la mano alla russa Anastasia Potapova, al termine del match del secondo turno.
Non aveva certo contribuito a distendere gli animi il fatto che la stessa Potapova avesse indossato una maglietta dello Spartak Mosca prima dell'incontro con Jessica Pegula, cosa per cui ha poi ricevuto un'ammonizione formale dalla Women's Tennis Association (WTA). Lo aveva già fatto in altre occasioni, come per esempio, a Dubai.
Foto: Instagram @anapotatovaa
Sempre ad Indian Wells, la Tsurenko non è riuscita a scendere in campo e ha dato forfait all'incontro con la bielorussa Aryna Sabalenka, attuale numero 2 del mondo.
Da Twitter, la spiegazione del suo forfait, come riporta Ukrainian Tennis BTU: "Ho avuto un crollo mentale causato da tutte le cose che ho sentito in questi giorni. È stato un attacco di panico, facevo fatica a respirare. Pochi giorni fa ho avuto una discussione con il Ceo della WTA, Steve Simon, e sono rimasta sconvolta da quanto mi ha detto."
Nella foto: Steve Simone
"Stavo male già nel match contro Vekic, ma oggi è andata peggio. Simon mi ha detto che vorrebbe che ai russi e ai bielorussi fosse data la possibilità di partecipare alle Olimpiadi come sta accadendo ora nel tennis. Mi ha detto che è per rispettare i principi olimpici" ha concluso.
Foto: Twitter @ukrtennis_eng
Come riporta ubitennis, la bielorussa Aryna Sabalenka non ha mai nascosto il disagio e il nervosismo che si palpita negli spogliatoi.
"Purtroppo le cose non vanno bene con alcune ragazze ucraine. Ma mi rendo conto che non è colpa di nessuno, noi non abbiamo fatto nulla personalmente agli ucraini, ma subiamo la situazione generale. Ho deciso di ignorare tutto questo e concentrarmi su me stessa. Purtroppo non posso controllare i sentimenti delle altre.".
Nelson Mandela aveva detto "Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Ha il potere di ispirare. Ha il potere di unire le persone in un modo che poco altro fa", lui che aveva fatto del rugby un veicolo di unione e coesione in Sudafrica. Eppure, forse, per il tennis c'è ancora bisogno di tempo per riuscire a ricostruire quei ponti che la guerra sembra aver distrutto.
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