La storia di Andrea Fortunato, promessa del calcio che ci ha lasciato troppo presto
Lo scorso 25 aprile è stato l'anniversio della scomparsa di una delle più grandi promesse del calcio italiano degli anni '90. Stiamo parlando di Andrea Fortunato, all'epoca da molti considerato l'erede di Antonio Cabrini.
Purtroppo, per lui quel futuro fatto di successi e gloria si è bruscamente interrotto il 23 aprile 1995 quando è venuto a mancare a seguito di una grave malattia che lo aveva colpito alla giovane età di 22 anni.
Un destino davvero crudele quello di Andrea Fortunato, che proprio quando era arrivato ai vertici della sua carriera lo ha messo di fronte alla più dura delle battaglie: una forma di leucemia linfoide acuta.
Nella foto: il ricordo di Andrea Fortunato prima della partita della Salernitana, città di origine del calciatore.
Dopo un anno di cure che avevano fatto aumentare la fiducia verso una pronta guarigione, purtroppo, a seguito di una brutta polmonite, Andrea Fortunato è morto. Le parole di un suo caro amico, l'indimenticato Gianluca Vialli, riportate su Ilpalloneracconta: "Speriamo che in paradiso ci sia una squadra di calcio, così che tu possa continuare a essere felice correndo dietro a un pallone. Onore a te, fratello Andrea Fortunato".
Nato a Salerno il 26 luglio 1971, Andrea Fortunato fin da piccolo aveva mostrato interesse per qualsiasi forma di sport, specialmente per nuoto e pallanuoto. Tra i suoi passatempi anche il calcio, che però non era tra le sue preferenze, fino a quando fu notato da un talent scout.
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Così all'età di 13 anni Andrea Fortunato inizia la sua carriera nel mondo del calcio e inizia a fare provini per squadre come Torino, Cesena, Napoli, Empoli e Como. In quest'ultima squadra cattura l'attenzione dell'allenatore della Primavera, Angelo Massola, e del direttore sportivo che decidono di ingaggiarlo.
Nella foto: Danilo Iervolino e Francesco Calvo con la maglietta in memoria di Andrea Fortunato, prima della partita Salernitana - Juventus, il 7 febbraio 2023.
Dopo diversi anni trascorsi nelle giovanili, Andrea Fortunato, all'età di 18 anni, il 22 ottobre 1989 fa il suo debutto in prima squadra, in Serie B, a Pescara. Purtroppo per il Como quella stagione fu abbastanza negativa e segnò la retrocessione in serie C1.
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Nello stesso anno si diploma anche in Ragioneria. Lo stesso calciatore dirà: "I miei genitori, che non mi hanno mai ostacolato nelle scelte, quando sono partito per Como mi hanno chiesto semplicemente di non trascurare gli studi. Promisi, e, natutalmente, mantenni", secondo Goal.com.
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Il suo gioco e le sue prestazioni furono presto notate dal Genoa di Aldo Spinelli, che decise di prelevarlo per 4 miliardi delle vecchie lire (circa 2 milioni di euro), portandolo così nella massima categoria.
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Purtroppo la permanenza al Genoa non fu quella che si aspettava. La giovane promessa fu così dato in prestito al Pisa in serie B.
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Nella stagione 1992-93 ritorna di nuovo a Genova, dove gli viene affidato il ruolo di titolare della fascia sinistra da parte del nuovo mister Bruno Giorgi. Quell'anno Andrea Fortunato ha potuto dimostrare in campo il suo grande talento.
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Nell'estate del 1993, su richiesta di Giovanni Trapattoni, Andrea Fortunato passa alla Juventus per 10 miliardi di vecchie lire (poco più di 5 milioni id euro). Le sue parole su Goal.com: "Un giornalista arrivò e mi domandò se mi sarebbe piaciuto giocare nella Juventus. Ed io cosa avrei dovuto rispondergli, che mi avrebbe fatto s c hifo? Figuriamoci, io da ragazzino per i colori bianconeri stravedevo, e anche se sono diventato un calciatore professionista, certi amori ti restano nel cuore".
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Da quel momento in poi per Andrea si splancano le porte di quel calcio ai massimi livelli da tutti sognato. Altro obiettivo raggiunto è stato la convocazione nella Nazionale azzurra da parte di Sacchi per le qualificazioni ai Mondiali di USA '94.
La stagione successiva Andrea Fortunato diventa titolare fisso, ma in Primavera le sua prestazioni si abbassano notevolmente facendo credere a tutti di non avere più la grinta e la voglia di giocare.
Purtroppo, Andrea Fortunato era diventato irriconoscibile in campo a causa della grave malattia che gli fu diagnosticata proprio in quel finale di stagione e che ha messo fine alla sua vita poco meno di un anno dopo.
Concludiamo questa gallery realizzata in suo ricordo con il suo testamento spirituale: "La malattia insegna che nella vita c’è di peggio di uno stiramento che ti tiene fuori dal campo per due settimane. Che ogni giorno muoiono bambini leucemici senza che nessuno lo sappia e senza che si possa fare nulla. Bisogna donare il midollo, senza paura, perché questo salva la vita agli altri e dà senso alla tua".
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