1949: la storia del disastro aereo di Superga che uccise i campioni del Grande Torino
Il 4 maggio 1949, un trimotore FIAT G.212 I-ELCE su cui viaggiavano i giocatori del Grande Torino, la squadra di calcio italiana del Torino Football Club (all'epoca chiamata A.C. Torino), si schiantò contro la Basilica di Superga, località tra i colli alti torinesi, provocando la morte di tutti i passeggeri a bordo. Questo tragico e drammatico evento segnò la fine di una delle più grandi squadre della storia del calcio italiano.
Il Grande Torino era la squadra che negli anni della Seconda Guerra Mondiale stava facendo sognare tutti i tifosi, riuscendo a conquistare cinque scudetti consecutivi e una Coppa Italia in soli otto anni.
Verso la fine del campionato del 1948/49, però, avvenne l'inaspettata tragedia. A perdere la vita nel fatale incidente furono non soltanto i giocatori, ma anche membri dello staff e giornalisti sportivi per un totale di 31 vittime. Fu un colpo devastante per l'intera comunità calcistica.
L'atroce schianto dell'aereo, sui cui viaggiavano le 31 persone coinvolte, ebbe luogo dopo le 17h del 4 maggio 1949.
Oltre al maltempo, tra i fattori che contribuirono al grave incidente costato la vita a tutti i passeggeri a bordo ci fu anche un errore di navigazione dell'aereo stesso.
Nella foto: una delle ruote dell'aereo esposta al Museo del Grande Torino
La squadra era di ritorno da Lisbona, dopo aver disputato quella che purtroppo fu la sua ultima partita, un'amichevole con il B e n f i c a, finita 4-3 per i portoghesi. Si trattò di un'iniziativa che portò in campo circa 40.000 spettatori ansiosi di veder giocare il Grande Torino.
La squadra decise di tornare il giorno dopo aver disputato la partita, facendo una piccola sosta a Barcellona, dove incrociò i giocatori del Milan diretti a Madrid per disputare un'amichevole con il Real.
L'aereo del Grande Torino avrebbe dovuto dirigersi su Malpensa, a Milano, ma all'ultimo minuto fu deciso di cambiare destinazione su Torino, forse per permettere alla squadra di arrivare prima a casa e riposare.
Nella foto: una scarpa da calcio ritrovata tra i resti dell'incidente, adesso esposta nel Museo del Grande Torino, a Grugliasco (To).
Le condizioni meteo quel fatale 4 maggio 1949 non erano ideali per viaggiare: pioggia, vento e scarsissima visibilità hanno contribuito senz'altro alla tragedia di Superga.
Alle 16.59 dall'aereo del Grande Torino arriva questo messaggio da parte dei piloti: "Quota 2.000 metri. QDM su Pino, poi tagliamo su Superga", parole riportate su goal.com.
Foto: Museo del Grande Torino
Alle 17:02, l'equipaggio dell'aereo coinvolto nella tragedia di Superga fece l'ultima chiamata alla torre di controllo di Torino, cercando conferma sull'angolo di approccio alla pista, conferma che arriva subito dopo.
Il pilota, convinto di essersi allineato sulla pista dell'aeroporto avvolto dalla fitta nebbia, vedrà improvvisamente sbucarsi davanti la basilica di Superga, che pensava di aver lasciato sulla destra e con una velocità di 180 km/h non potrà più fare nulla per evitare il forte impatto.
Indagini successive hanno fatto emergere come il velivolo avesse segnalato 2000 metri di altezza quando invece erano soltanto 600: una serie di sfortunate circostanze hanno provocato quello che forse è uno dei disastri aerei più terribili del nostro Paese.
A perdere la vita in quel fatale schianto c'erano i 18 giocatori del Grande Torino che avevano preso parte alla trasferta a Lisbona: Bacigalupo, Aldo e Dino Ballarin, Bongiorni, Castigliano, Fadini, Gabetto, Grava, Grezar, Loik, Maroso, Martelli, Valentino Mazzola (capitano della squadra), Romeo Menti, Operto, Ossola, Rigamenti e Schubert.
Oltre ai giocatori persero la vita anche il D.G. Agnisetta, il consigliere Civalleri, il Direttore Tecnico Egri Erbstein, l'allenatore Lievesley, il massaggiatore Cortina, i tre giornalisti al seguito (Casalbore, Cavallero e Tosatti) e i 4 membri dell'equipaggio.
Ferruccio Novo, presidente della squadra, si salvò per essere rimasto a casa a causa di una broncopolmonite. Con lui anche il secondo portiere Renato Gandolfi, Sauro Tomà, rimasto a casa per un infortunio al ginocchio, e Luigi Gandolfi, tra i giovani della squadra granata.
La stagione 1948/49 del Torino fu completata dalla formazione giovanile del club. I giocatori granata vinsero le quattro le partite rimanenti contro le squadre giovanili delle altre squadre, chiudendo il campionato in prima posizione, superando l'Inter.
Ancora oggi, ogni 4 maggio, centinaia di tifosi si recano a Superga per rendere omaggio alle 31 vittime del tragico disastro aereo, dimostrando come, in tutti questi anni, il loro ricordo nel mondo del calcio continui a vivere nel cuore di tutti.
Vedi anche: Alex Zanardi: come sta oggi il campione paralimpico