Lance Armstrong: una carriera rovinata dal doping e dalle menzogne
All'inizio degli anni 2000 c'erano pochi sportivi la cui fama poteva essere paragonata a quella di Lance Armstrong: era il ciclista più conosciuto e apprezzato in tutto il mondo.
Vincitore di sette titoli del Tour de France e sopravvissuto a una forma letale di cancro ai testicoli, oltre che un grande ciclista Lance Armstrong è stato un simbolo di speranza per milioni di persone.
Ma dietro la fama e il successo di Armstrong c'era un lato oscuro che custodiva segreti e bugie, bugie che alla fine sarebbero venute alla luce e avrebbero distrutto la sua carriera. Continua a leggere per ripercorrere l'ascesa e il declino di quello che possiamo definire il più grande imbroglione della storia del ciclismo.
Molto prima di correre in bicicletta in Francia, Armstrong gareggiava come triatleta negli Stati Uniti. Come si legge nella sua pagina di Wikipedia, era già diventato campione nazionale all'età di sedici anni.
La carriera ciclistica professionistica di Armstrong inizia nel 1992, quando entra a far parte della squadra Motorola. Trova subito il successo nei primi anni, vincendo diverse gare su strada tra il 1993 e il 1995.
All'inizio della sua carriera professionale, quando non aveva ancora completato un Tour de France, Lance Armstrong era già considerato una promessa ed è stato così fino alla rivelazione della diagnosi di cancro.
Nel 1996, la tragedia si abbatte su Lance Armstrong quando gli viene diagnosticata una forma avanzata di cancro ai testicoli metastatico. Ma il ciclista è deciso a non permettere che la malattia condizioni la sua vita.
Come racconta la NBC Sports, gli viene rimosso il testicolo interessato un giorno dopo la diagnosi e inizia il primo ciclo di chemioterapia solo cinque giorni dopo l'intervento.
«Vincerò. Intendo sconfiggere questa malattia e tornare a pedalare come ciclista professionista», afferma Armstrong nel corso di una conferenza stampa.
Lance Armstrong riesce a vincere la sua battaglia contro il cancro e nel 1997 fonda la Lance Armstrong Foundation, che in seguito sarebbe stata ribattezzata Livestrong.
Nel 1998 Lance Armstrong torna alle gare, dimostrando che il suo talento è ancora intatto. Arriva quarto nella classifica finale della Vuelta a España, ma è l'anno successivo a cambiargli la vita.
Nonostante le probabilità fossero tutte contro di lui, Lance Armstrong vince il suo primo Tour de France nel 1999 e da quel momento in poi la sua popolarità non fa che crescere.
«Spero che serva a lanciare un messaggio fantastico a tutti i sopravvissuti al cancro del mondo. È possibile tornare a essere quelli di prima, e persino meglio di prima», ha detto Armstrong al pubblico al traguardo della gara a Parigi. Ma lui è tornato a essere quello di prima o gli hanno dato un aiutino?
È durante questa gara che emergono le prime accuse pubbliche che denunciano il suo possibile coinvolgimento nelle pratiche di doping, dopo che in un campione di urina viene trovata una piccola quantità di corticosteroidi, un'accusa che Lance Armstrong nega.
Dopo la conclusione della 14ª tappa della gara, Armstrong dichiara: «Non ci sono segreti qui. Il nostro segreto è il più antico del mondo: il duro lavoro».
Nel 2000 Lance Armstrong vince di nuovo il Tour de France. In uno spot pubblicitario per la Nike affronta le critiche ricevute e le accuse sempre più frequenti di aver fatto uso di sostanze dopanti per migliorare le prestazioni.
Nello spot il ciclista esclama: «Tutti vogliono sapere cosa faccio. Sapete cosa faccio? Mi faccio il mazzo in sella alla mia bici sei ore al giorno. Cosa fate voi?».
Nei cinque anni successivi, Armstrong continua a dominare il mondo del ciclismo professionistico, vincendo altri cinque titoli del Tour de France e dando vita a quella che è stata probabilmente l'associazione di beneficenza a sfondo sportivo di maggior successo al mondo.
Grazie alla campagna del braccialetto giallo Livestrong, divenuto un fenomeno di massa nei primi anni 2000, e al successo di Armstrong in pista, l'ente di beneficenza contro il cancro fondata dal ciclista raccoglie milioni di dollari e offre ad altrettante persone la speranza di poter guarire.
Dopo il settimo trionfo al Tour de France, Armstrong si ritira per concentrarsi sulle sue attività di beneficenza, ma durante il suo ormai famoso discorso della vittoria lancia una frecciatina ai suoi detrattori: «L'ultima cosa che dirò, per le persone che non credono nel ciclismo, i cinici e gli scettici, mi dispiace per voi. Mi dispiace che non possiate sognare in grande. E mi dispiace che non crediate nei miracoli».
Nel 2008 Lance Armstrong annuncia il suo ritorno al ciclismo professionistico e con esso inizia il vero declino del ciclista, quando vengono finalmente allo scoperto tutte le sue bugie e la sua ipocrisia.
Lance Armstrong si classifica al terzo posto al suo primo Tour de France dopo il ritorno e arriva ventitreesimo l'anno successivo. Poco dopo il Tour de France 2010, il suo compagno di squadra Floyd Landis invia la famigerata lettera all'Agenzia antidoping degli Stati Uniti in cui denuncia che sia lui che Armstrong hanno fatto uso di sostanze dopanti.
Nel 2011 Armstrong si ritira nuovamente dal ciclismo professionistico e nel 2012 arriva la squalifica a vita. Inoltre tutti i titoli da lui vinti dopo il 1998 vengono revocati, compresi i suoi sette Tour de France.
Per un certo periodo Lance Armstrong continua a negare le accuse di doping, ma alla fine decide di confessare tutto durante un'intervista rilasciata a Oprah Winfrey nel 2013.
«Il cocktail che prendevo, chiamiamolo così, era Epo, ma nemmeno troppo: trasfusioni e testosterone. Cosa che in certo modo ho quasi giustificato a causa dei miei antecedenti, ovviamente, con il cancro ai testicoli», afferma il ciclista nel corso dell'intervista.
Lance Armstrong aggiunge: «Passerò il resto della mia vita a cercare di riconquistare la fiducia delle persone e a scusarmi con loro».
Poi a dicembre 2023, nel podcast Club Random, Armstrong ha rivelato esattamente come è riuscito a eludere i controlli per così tanto tempo. "Sono stato testato 500 volte e non ho mai fallito un test antidroga", dice l'ex corridore, che aggiunge: "La verità è che alcune di queste sostanze, soprattutto quella più efficace, hanno un'emivita di quattro ore".
"L'EPO, che è stato il carburante che ha cambiato non solo il nostro sport, ma tutti gli sport di resistenza, ha un'emivita di quattro ore, quindi si elimina dal corpo molto rapidamente. Con un'emivita di quattro ore, basta fare i conti", prosegue Armstrong.
Alla fine purtroppo non è stato il doping a rovinarlo, bensì la sua ipocrisia di fronte a ciò che ha rappresentato agli occhi del pubblico.
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