Le leggende della MotoGP: chi sono i piloti italiani nella MotoGP Hall of Fame
Fabrizio Preziosi, storico ex Direttore Ricerca & Sviluppo di Ducati Motor Holding, ha detto "In questo mondo mega tecnologico, il miglior sensore che si può incorporare ad un moto è il pilota. Nulla ti può dare più informazioni. In MotoGP hai bisogno di un pilota che sia il più veloce, ma anche il più intelligente.".
Dello stesso parere doveva essere la FIM (Federazione Internazionale Motociclismo) quando nel 2000 istituì una Hall of Fame per rendere ai grandi piloti che hanno fatto la storia del motociclismo l'onore che meritano: essere ricordati per sempre. Si tratta di 36 campioni, a cui nel 2023 si aggiungono altre due star delle due ruote. Vediamo di chi si tratta (e quanti italiani hanno ricevuto quest'onore).
Il primo pilota che figura nella Hall of Fame del motociclismo è il campione australiano Michael Doohan: nel suo palmarés ci sono cinque titoli mondiali consecutivi, vinti nella classe 500, dal 1994 al 1998.
Nel 2000, anno di fondazione di quest'elenco di Leggende della MotoGP, vi viene inserito l'italiano Giacomo Agostini, che, con i suoi 15 mondiali, è ancora oggi il pilota più vincente della storia del motociclismo.
Dagli Stati Uniti, e precisamente da Houston, arriva un altro campione del mondo: Kevin Schwantz. Conquistò il titolo mondiale nel 1993 nella classe 500.
Sono 3, invece, i titoli mondiali del suo connazionale, Kenny Roberts. Per lui arrivarono nel 1978 nella classe 250, nel 1980 e nel 1982, invece, nella classe 500. In tutti e tre i casi, il pilota era sempre in sella a una Yamaha.
Lo statunitense Wayne Rainey è stato il miglior pilota del mondiale della classe regina in 3 occasioni, tra l'altro consecutive: nel 1990, nel 1991 e nel 1992. Anche nel 1993 si trovava in testa alla classifica, ma in un terribile incidente nel Gran Premio d'Italia riportò una frattura alla colonna vertebrale, la cui conseguenza, purtroppo, fu la paralisi alle gambe.
Dalla Spagna arriva, invece, uno dei campioni con il maggior numero di vittorie iridate: Ángel Nieto. Durante tutta la sua carriera è stato incoronato in ben 13 occasioni, secondo solo all'italiano Giacomo Agostini.
"Mike the Bike" lo chiamavano, il che la dice tutta. Per il campione britannico i titoli mondiali in carriera che hanno contribuito a renderlo leggenda sono ben 9: 4 nella classe 500, 2 nella 350 e 3 nella 250.
Sono 9 i titoli mondiali (6 mondiali in 125 e tre in 250) anche per l'italiano Carlo Ubbiali, denominato dai giornali dell'epoca "La Volpe", per la strategia che era solito utilizzare durante le gare, ma anche "Il professore di Assen", considerando che in 10 partecipazioni nel Gran Premio d'Olanda finì sul podio in 9 di esse.
Grande antagonista di Kenny Roberts nei primi anni 80, "Fast" Freddie Spencer può contare nel suo palmarés ben 3 titoli mondiali (2 in 500 e 1 in 250). A lui spetta l'onore di averne conquistati due lo stesso anno: la vittoria nella 250, infatti, avvenne nel 1985 quando il campione statunitense si impose anche nella 500, un successo che non si è mai più ripetuto in tutta la storia del motociclismo.
Nella Hall of Fame del motociclismo c'è anche l'australiano Wayne Gardner, originario di Wollongong nel Nuovo Galles del Sud, che si aggiudicò il mondiale classe 500 nel 1987 in sella a una Honda. Suo figlio Remy ha seguito le sue orme, aggiudicandosi il titolo della Moto2 nel motomondiale del 2021.
Se c'è un pilota che ha fatto costantemente parlare di sé questi è il britannico Barry Sheene. Esuberante, allegro e forse un po' sopra le righe, il 2 volte campione del mondo ha saputo costruirsi una carriera fantastica, nonostante i numerosi incidenti. Da ricordare, ad esempio, la terribile caduta del 1980 nel circuito Paul Ricard che costringerà i medici ad amputargli il mignolo. I giornali dell'epoca lo chiamavano "Iron Man", chissà perché.
Un altro pilota con la p maiuscola arriva dalla Germania, e precisamente da Inning am Ammersee in Baviera: stiamo parlando di Anton "Toni" Mang, detentore di 5 titoli mondiali. Al suo attivo c'è anche un record: è il pilota più 'vecchio' ad aver vinto un trofeo in 250. Era il 1987 e Toni, all'epoca, aveva 38 anni.
Sono 6, invece, i titoli mondiali del britannico Geoff Duke. In attivo tra il 1950 e il 1959, inizi la sua carriera con una Benelli e poi con una Norton, pero poi passare nei ranghi della storica casa motociclistica italiana Gilera, di cui sarà una bandiera tra il 1952 e il 1957, per poi diventarne team manager nel 1963.
Ad ottobre 2022 si è spento Phil Read, un'altra grande leggenda del motociclismo britannico e mondiale. Con i suoi 7 titoli mondiali, è stato il primo pilota a vincere un titolo iridato in tutte e tre le cilindrate classiche (125, 250 e 500) e uno degli sportivi più grandi di sempre.
John Surtees è un pilota da record e nel senso letterale. Tra i molti che detiene, però, ce n'è uno che difficilmente potrà essere battuto: il pilota britannico, infatti, è l'unico nella storia ad aver vinto un titolo mondiale sia nel Motomondiale che in Formula 1. Alla guida di una due ruote è stato incoronato ben 7 volte, mentre 'solo' una in Formula 1. Se non è una leggenda lui...
La morte del campione del mondo giapponese Daijirō Katō, a seguito di un incidente nella gara inaugurale del motomondiale nel 2003, è uno di quei momenti della storia di questo sport che i tifosi e gli appassionati difficilmente potranno dimenticare. Nella gara successiva, come tributo a Katō, tutti i piloti della MotoGP indosseranno il numero 74 sulle loro tute.
Per il californiano Eddie Lawson, classe 1958, i trionfi iridati in 500 sono stati ben 4 (1984, 1986, 1988, 1989). Nella sua carriera taglierà per primo il traguardo in 31 Gran Premi e accumulerà un totale di 78 podi e 18 pole position.
Proveniente dall'odierno Zimbabwe (sebbene fosse nato a Londra), a cavallo tra gli anni 50 e 60 Jim Redman fu un vero e proprio dominatore delle 2 ruote, aggiudicandosi ben 6 titoli mondiali. Nel motomondiale 1964 fu il primo pilota a poter vantare 3 vittorie in un giorno solo, al Gran Premio motociclistico d'Olanda.
Tra le leggende della storia del motociclismo c'è anche il finlandese Jarno Saarinen, con i suoi 32 podi su 48 gare disputate e un titolo mondiale. La sua morte nel Gran Premio di Imola fu uno shock per il mondo delle due ruote, in quello che nella storia del motociclismo si considera ancora oggi un annus horribilis: Saarinen aveva solo 27 anni ed era considerato una delle grandi promesse di questo sport. Lui e l'italiano Max Biaggi sono gli unici due piloti ad aver vinto la loro gara d'esordio in 500.
Il due volte campione del mondo australiano Casey Stoner è stato inserito nella lista delle leggende del motociclismo il 20 Ottobre 2013. A lungo uno dei grandi avversari di Valentino Rossi, il pilota australiano ha dimostrato il suo dominio soprattutto sulle piste di casa sua, vincendo il Gran Premio di Australia in ben 6 occasioni.
Per i tifosi italiani e gli appassionati di moto in generale, la morte di Marco Simoncelli, vincitore di un mondiale in 250 nel 1998, è una ferita ancora aperta. Il 24enne pilota fu vittima di un incidente mortale nel Gran Premio della Malesia a Sepang, dopo aver perso il controllo della sua Honda, investito dai due piloti che lo seguivano, Colin Edwards e uno dei suoi più grandi amici, Valentino Rossi. Nel 2016, il numero 58, il numero del 'Sic', è stato ritirato dalle corse: apparterrà per sempre a Simoncelli.
Era soprannominato "Kentucky Kid", il campione del mondo statunitense Nicky Hayden, un grande talento coltivato in una famiglia di appassionati di motociclismo (primo tra tutti suo padre Earl, con cui Nicky condivideva il numero sulla tuta, il 69). Il pilota statunitense ha tragicamente perso la vita a 35 anni in un incidente stradale in Italia, a Cesena, investito da un'auto mentre era in bicicletta.
Àlex Crivillé è stato il primo (e unico) pilota spagnolo a vincere un mondiale classe 500. Questo titolo iridato arrivò nel 1999, 10 anni dopo il precedente conquistato in 125. A lui è spettato l'onere (e l'onore) di interrompere l'incredibile serie di successi iridati firmati da piloti del Regno Unito.
È definito dalla stampa specializzata italiana come un "pilota controcorrente", Franco Uncini e forse quest'aneddoto potrebbe confermarlo. Nel 1981 i manager della Suzuki erano scettici sulle possibilità di vittoria del pilota italiano in 500, per la sua esile figura e il suo fisico non proprio prestante. La reazione di Uncini, come lui stesso racconta a Motosprint, fu abbastanza secca: "Spiegai a tutti che, dal mio punto di vista, la moto andava guidata e non spezzata in due". L'anno successivo Uncini dimostrò ai manager di Hamamatsu che si sbagliavano, vincendo per loro 5 gran premi... e il titolo mondiale.
Un altro pilota italiano tra le leggende del motociclismo: il campione del mondo del 1981, Marco Lucchinelli (a destra, durante la conferenza stampa per il suo ingresso nella MotoGP Hall of Fame). La sua indole scherzosa e divertente lo rese uno degli sportivi più amati dal pubblico del tempo. In Italia la sua fama era incredibile: pensiamo che è stato l'unico pilota della storia a partecipare, cantando, al Festival di Sanremo, la più seguita kermesse musicale italiana e una delle manifestazioni tradizionalmente più seguite del Belpaese.
Che orgoglio deve essere per un padre, non solo essere annoverato tra le leggende di uno sport, ma condividere questo onore anche con il proprio figlio. È questo il caso di Kenny Roberts Sr. e Kenny Roberts Jr., vincitore di un titolo nella categoria regina nell'anno 2000: sono loro i Royals del motociclismo.
Detiene un record particolare anche il pilota spagnolo Dani Pedrosa: quello di essere stato il più giovane a vincere due mondiali consecutivi in 250 (nel 2004 e nel 2005). Ai questi 2 titoli c'è da aggiungere anche quello in 125, conquistato nel 2003.
Per il pilota statunitense Randy Mamola non ci sono invece titoli iridati, ma ciò non toglie che sia stato uno dei migliori piloti di sempre. Nella sua carriera ha vinto 13 Gran Premi e si è classificato secondo nel mondiale classe 500 in ben 4 occasioni (1980, 1981, 1984 e 1987).
Kork Ballington, all'anagrafe Hugh Neville Ballington, è una leggenda del motociclismo che arriva dal Sudafrica. Alla fine degli anni 70 conquistò ben 4 titoli mondiali, 2 in 250 e 2 in 350. La cosa particolare? Che lo fece in soli due anni (1978 e 1979), gareggiando contemporaneamente in entrambe le classi.
A Stefan Dörflinger, classe 1948, non sono stati solo i 4 titoli mondiali consecutivi a garantirgli un posto tra le leggende del Motociclismo: il pilota è stato il più "vecchio" a vincere un titolo mondiale (aveva 36 anni all'epoca) e il più "vecchio" a vincere un Gran Premio (in quell'occasione, di anni ne aveva 39).
Se Stefan Dörflinger è stato il più vecchio a vincere un titolo iridato, Jorge Martínez è stato, invece, il pilota più giovane a farlo, quando nel 1986 vinse il mondiale classe 80. A quel titolo ne sono seguiti altri tre, due sempre in 80 e uno in 125, nei due anni successivi. È il 4º pilota spagnolo per numero di titoli.
Valentino Rossi è stato uno dei piloti più vincenti della storia del motociclismo. Nei suoi 26 anni di carriera, "Il Dottore", com'è soprannominato, ha vinto 9 titoli mondiali (5 dei quali consecutivi) ed è l'unico pilota ad averlo fatto in 4 categorie distinte: 125, 250, 500 e MotoGP. Con i suoi 115 podi è il 2º pilota più vincente della storia, dopo Giacomo Agostini (li separano 7 lunghezze). Sufficiente per essere una leggenda?
Lo svizzero Luigi Taveri è stato tre volte campione del mondo in 125 negli anni 60 (1962, 1964 e 1966). Iniziò la sua carriera agonistica nel 1947, ma non lo fece in sella a una moto. Era il passeggero nel sidecar della moto guidata da suo fratello Hans.
Sono numerosi i primati di Max Biaggi, tra i piloti più vincenti della sua generazione. Oltre ai 4 mondiali consecutivi vinti nella classe 250, il pilota conta anche su due titoli Superbike, primo tra gli italiani a conquistarne uno. Insieme allo spagnolo Bautista e allo statunitense Kocinski è, quindi, riuscito a conquistare titoli iridati tanto con i prototipi come con i modelli di serie.
42 pole position, 114 podi, 47 vittorie in MotoGP: sono questi i numeri del grande pilota spagnolo Jorge Lorenzo. Nel suo palmarés figurano 5 titoli mondiali, 2 conquistati nella classe 250 e 3 in MotoGP.
Nel 2023 entrano di diritto tra le leggende della storia del motociclismo anche altri due piloti. Il primo è il tre volte campione del mondo, il tedesco Hans-Georg Anscheidt, attivo tra il 1962 e il 1969 e specialista delle piccole cilindrate. In carriera 14 Gran Premi portano il suo nome e ottenne 34 podi nelle 48 gare che portò a termine.
Il secondo pilota che entra nella MotoGP Hall of Fame nel 2023 è l'italiano Andrea Dovizioso, uno dei piloti più regolari della storia del Motociclismo, campione del mondo classe 125 nel 2004. Nella sua carriera ha disputato 346 gare, salendo 103 volte sul podio (24 volte sul gradino più alto) e accumulando un totale di 3796 punti.