Leggende del calcio che hanno fallito un test antidoping
Lo spettro del doping aleggia da sempre nel mondo nello sport e il calcio non ne è esente: sono tanti i giocatori famosi e meno famosi che sono risultati positivi al termine di un controllo. Ecco alcuni casi di grandi calciatori che hanno fallito un test antidoping.
A settembre 2023, ha fatto il giro del mondo la notizia della positività del centrocampista della Juventus al testosterone, esito confermato dalle controanalisi effettuate nel mese di ottobre. Il francese è stato sospeso in via cautelare e rischia fino a quattro anni di squalifica.
Pogba è un nome di spicco del calcio, ma non può essere paragonato a quello di Diego Maradona. Nel corso della sua carriera, il Pibe de Oro ha fallito più di un test, come quello realizzato in occasione della Coppa del Mondo FIFA del 1994, in cui risultò positivo a una sostanza vietata, l'efedrina, e di conseguenza rispedito a casa.
Pep Guardiola, allenatore del Manchester City, è stato un calciatore di grande talento che ha militato in diverse squadre come il Barcellona, il Brescia e la Roma. Tuttavia, durante il suo periodo in Italia la sua carriera ricevette un duro colpo quando risultò positivo al nandrolone e ricevette quattro mesi di squalifica.
Nel 2001, anche Edgar Davids venne sospeso a causa della sua positività al nandrolone. Il centrocampista olandese, che all'epoca giocava nella Juve, fu costretto a fermarsi per vari mesi e a pagare una multa.
Un altro giocatore a risultare positivo al nandrolone dopo un controllo antidoping è Jaap Stam. È successo nel 2002, quando il difensore olandese militava nella Lazio.
Il caso del difensore Rio Ferdinand è diverso: non è mai stato trovato positivo a un test antidoping, ma è colpevole di non essersi presentato a un controllo nel 2003, motivo per cui è incorso in una squalifica di otto mesi.
Un altro nome illustre della lista è quello dell'ex attaccante Adrian Mutu, che vestiva la maglia del Chelsea quando è stato trovato positivo alla c o c a i n a. Il rumeno ricevette uno stop di sette mesi, ma più tardi risultò nuovamente positivo a un controllo quando giocava nella Fiorentina.
Anche il grande calciatore portoghese Fernando Couto fallì un test antidoping. Il difensore fu squalificato a causa della positività al nandrolone registrata nel 2011, quando giocava nella Lazio.
Kolo Touré ha avuto una splendida carriera, anche se nel 2011, quando giocava nel Manchester City, è stato squalificato per sei mesi in seguito a un test antidoping positivo. Il difensore ivoriano aveva detto di aver assunto una pillola dimagrante della moglie.
Mamadou Sakho giocava con il Liverpool quando è risultato positivo a un bruciatore di grassi. Tuttavia la UEFA successivamente ha archiviato il caso del difensore francese, che ha ricevuto un risarcimento.
Uno dei casi più recenti (e sfortunati) di doping è stato quello di André Onana. Il portiere camerunense dell'Ajax è stato sospeso per nove mesi dopo aver fallito un test antidoping per la furosemide nel 2021. In realtà il giocatore aveva assunto una pillola post gravidanza della moglie contenente la sostanza proibita pensando che fosse paracetamolo.
Il portoghese Abel Xavier è noto non solo per i suoi stravaganti tagli di capelli, ma anche per la positività al metandrostenolone registrata nel 2005, quando giocava nel Middlesbrough, che gli valse una squalifica di diciotto mesi.
Nel 2002 il portiere australiano Mark Bosnich viene trovato positivo alla c o c a i n a e immediatamente licenziato dalla sua squadra, il Chelsea. Al giocatore viene comminata una squalifica di nove mesi.
Samir Nasri è stato sospeso per diciotto mesi dopo aver fallito un test antidoping per un trattamento endovenoso di vitamine praticatogli da un medico. All'epoca del controllo il francese era in prestito al Siviglia.
La leggenda del calcio peruviano Paolo Guerrero non ha superato un test antidoping nel 2017, risultando positivo alla benzoilecgonina. Inizialmente ha ricevuto una squalifica che lo avrebbe escluso dalla Coppa del Mondo FIFA 2018, ma alla fine ha potuto partecipare alla competizione, riuscendo anche a segnare contro l'Australia.
Infine, Jake Livermore è risultato positivo alla c o c a i n a nel 2015, quando militava nell'Hull City. La sospensione iniziale che gli era stata imposta è poi stata revocata a causa di "straordinarie circostanze", dato che il centrocampista difensivo avrebbe iniziato ad assumere la sostanza illegale dopo la morte del figlio appena nato.