L'era di Spalletti alla nazionale inizierà con una causa giudiziaria?
Dall'inaspettato addio di Roberto Mancini alla panchina della nazionale, Luciano Spalletti era il nome più quotato per sostituirlo e venerdì 18 agosto tutti i dubbi, semmai ce ne fossero stati, sono stati ufficialmente dissipati: l'ex allenatore del Napoli sarà il nuovo C.T. degli azzurri.
In altre condizioni, le trattative sarebbero state meno convulse. A far tentennare la Figc (Federazione Italiana Giuoco Calcio) era una clausola milionaria del contratto di Spalletti con il Napoli, quasi tre milioni di euro da sborsare per potersi sedere su qualunque altra panchina.
A legare Luciano Spalletti alla squadra campione d'Italia, infatti, sono le conseguenze di quell'opzione di rinnovo del contratto unilaterale esercitata dal Napoli il 20 aprile 2023, che rappresenta una sorta di out-out per il tecnico.
Per lasciare la panchina del Napoli, secondo il contratto firmato con la società, Spalletti aveva 2 opzioni: prendersi un anno sabbatico e non allenare nessuna altra squadra o pagare un corrispettivo alla società partenopea nel caso in cui cambiasse idea.
Spalletti, però, era stato chiaro: non voleva tornare al Napoli, seppur dopo una straordinaria stagione culminata con lo scudetto. Come dichiarerà Mattia Grassani, uno degli avvocati del Napoli, a Repubblica: "Per motivi strettamente personali non intendeva allenare nella stagione 2023/24, in Italia ed all’estero, presso club o nazionali.". Evidentemente, poi, il tecnico ha cambiato idea.
Nel tira e molla con la Federazione, anche Aurelio De Laurentiis, però, è stato chiaro: nessuna intenzione di rinunciare all'applicazione di una clausola che Spalletti conosceva e che aveva firmato coscientemente.
"Per il Calcio Napoli tre milioni non sono certo molti, e per Aurelio De Laurentiis sono ancora meno. Ma la questione nel caso di specie non è di “vil denaro”, bensì di principio.", dirà il patron del Napoli in una nota, prima di parlare di un atteggiamento "dilettantistico" da parte dei commentatori, frutto di un'incapacità generalizzata di considerare le società calcistiche per quello che sono: delle aziende.
In ogni caso, senza che la questione della clausola sia stata risolta, dal 1º settembre Luciano Spalletti sarà ufficialmente alla guida della nazionale, con contratto fino al 2026, in barba alle pretese di De Laurentiis che, come riporta Repubblica, "è pronto ad avviare un contenzioso legale".
Spalletti non sembra esserne preoccupato. Un'eventuale causa giudiziaria non avrà comunque ripercussioni legali sul contratto in essere con la Figc, qualunque sia il suo esito.
Nel caso, non tanto remoto, di un procedimento giudiziario promosso dal Napoli nei confronti dell'allenatore, non è così facile da anticipare chi possa uscirne vincitore.
Per gli avvocati del Napoli, forti del contratto firmato da Spalletti, il tecnico ha violato la clausola di non concorrenzialità, mentre i legali del C.T. e della Federcalcio insistono sul fatto che equiparare la nazionale a un club è "una pretesa assurda", scrivono sul Corriere della Sera.
Insomma, per Spalletti si prospetta un settembre rovente. A consolarlo e a dargli la carica, magari, ci penserà il fatto di essere stato inserito dalla Uefa tra i 3 candidati per il premio di miglior allenatore dell'anno, insieme a Pep Guardiola e Simone Inzaghi, prima di dover affrontare le prossime sfide in campo... e in tribunale.
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