Morte Julia Ituma, la madre: "Non può essersi buttata da una finestra"
Parla la madre di Julia Ituma, la giovane pallavolista trovata senza vita all'alba del 13 aprile all'esterno del Volley Hotel di Istanbul dopo una caduta dal sesto piano: "Era così forte, non può essersi buttata da una finestra", queste le sue parole riportate da La Repubblica.
"Possibile che la sua compagna di stanza non abbia sentito niente? Io non sono ancora riuscita a piangere", continua la madre di Julia, ancora incredula sull'accaduto, che continua a ripetere che sua figlia non si è tolta la vita.
Le dure parole della madre si oppongo alla versione ufficiale scaturita dalle primissime ipotesi, secondo cui Julia Ituma si sarebbe lanciata dal sesto piano dell'hotel dove alloggiava in Turchia.
La giovane pallavolista, giocatrice di punta della nazionale italiana juniores di pallavolo, si trovava in trasferta con la sua squadra, l'Igor Gorgonzola Novara, per la semifinale di ritorno di Champions League.
Durante l'ultima telefonata con la madre sembrava abbattuta per la sconfitta subita: "mi ha detto: mamma, abbiamo perso. Io ho fatto due punti, ma la squadra ha fatto schifo", secondo La Repubblica.
Foto: Instagram @igor_volley
Ma la madre della giocatrice continua a sostenere che Julia era "forte, come sempre. Era una ragazza molto forte, e non solo in campo. A 17 anni era in Serie A, quante sue compagne sono ancora in C."
La sera dei fatti le telecamere dell'albergo hanno ripreso la giovane giocatrice mentre camminava in un corridoio e conversava al cellulare tra le 22.30 e le 23.50, secondo il Corriere.
Purtroppo è stata ritrovata alle 5.30 del mattino senza vita all'esterno dell'hotel, dopo essere precipitata dal sesto piano dell'edificio.
Secondo le prime riscostruzioni, la giocatrice si sarebbe tolta la vita, almeno da quanto affermato dai media turchi. Sul caso sta ancora indagando la polizia di Instanbul.
Il suo cellulare potrebbe essere la chiave per capire l'effettiva dinamica dei fatti, una morte davvero drammatica che ha segnato l'intero mondo sportivo.
Nella foto, il commento della sua squadra, postato su Instagram.
Foto: Instagram @igor_volley
Nella foto possiamo vedere le sue compagne dell'Igor Gorgonzola Novara, visibilimente sconvolte dalla tragedia appena avvenuta e in attesa del volo che le riporterà a casa in Italia.
Molti i commenti del mondo dello sport e non solo, per stringersi attorno al dolore della famiglia e della squadra per la grave perdita subita. Tra questi anche Mauro Berruto (nella foto), allenatore di pallavolo oltre che politico, che alla camera dei deputati ha voluto ricordarla così: "Non ho parole, era una speranza per la pallavolo italiana".
Foto: Wikipedia
"Ti rivedrò in ogni salto, di quelli che ti lasciano a bocca aperta, ti rivedrò in ogni boato dopo una schiacciata, ti vedrò sempre accanto a me in ricezione, mamma mia che disastro la tua ricezione. Ti rivedrò in ogni film visto insieme. Ti rivedrò nel tuo album preferito dei Thegiornalisti, proprio quello che io odiavo. Eri la mia spina nel fianco e sempre lo sarai", le parole di Stella Nervini, ex compagna delle nazionali giovanili, riportate da Eurosport.
Ovviamente, la possibilità che Julia Ituma si sia tolta la vita lascia posto a tante domande riguardo alle fragilità degli atleti che competono ai livelli più alti, specialmente quelli così giovani come lei.
Julia Ituma aveva un grande sogno, quello di diventare una grande pollavolista ed era sulla strada giusta per riuscirci. Nata a Milano nel 2004 da genitori nigeriani, era arrivata all'Igor Novara dopo aver trascorso tre anni nel Club Italia, la formazione federale che disputa il campionato di serie A2.
Foto: Instagram @julia.ituma
A 15 anni era alta 192 cm, età in cui riusciva già a saltare 3,35 metri, un'altezza impossibile da raggiungere anche per giocatrici di altissimo livello. Giocava nel ruolo di opposto, dopo una prima fase da schiacciatrice: la giovane giocatrice era ormai considerata da molti l’opposto della Nazionale azzurra del futuro.
Purtroppo il suo grande sogno si è infranto la notte tra il 12 e il 13 aprile, una notte che ci ha portato via tragicamente una delle migliori promesse del mondo del volley.