Muore Davide Rebellin travolto da un camion: aveva 51 anni
Davide Rebellin, campione del ciclismo italiano, è morto e lo ha fatto in sella alla sua bicicletta, travolto e ucciso da un camion pirata, nei pressi di Montebello Vicentino. Aveva 51 anni.
Secondo le prime ricostruzioni dei fatti, a riconoscere la sua bici accartocciata, sul luogo dell'incidente, sarebbe stato il fratello del campione, accorso sul posto dopo aver ascoltato alla radio la notizia di un incidente che aveva coinvolto un ciclista.
Come riporta Repubblica, Davide Rebellin aveva dato l'addio al ciclismo professionale circa un mese fa, ma non aveva appeso la bicicletta al chiodo e continuava ad allenarsi.
Ed era quello che stava facendo il giorno della sua morte, lungo la strada Regionale 11, quando è stato travolto da un camion che usciva da uno svincolo. Il camionista non si sarebbe accorto dell'urto e avrebbe continuato il suo cammino.
Rebellin, orgoglio di San Bonifacio (Verona), aveva iniziato la sua carriera da professionista nel 1992 e per 30 anni, fino alla sua partecipazione alla Veneto Classic a metà ottobre 2022, ha macinato km e vittorie in sella alla sua bici.
Le classiche erano la sua specialità e nel suo palmares figurano strepitose vittorie, come quella dell’Amstel Gold Race nel 2004, anno in cui vinse anche la Liegi-Bastogne-Liegi e si assicurò il primo posto nella Freccia Vallone nel 2004, successo che ripeterà anche nel 2007 e nel 2009. Al suo attivo, c'era anche una tappa al Giro d’Italia, vinta nel 1996.
Nonostante sia stato uno degli atleti più vincenti nella storia del ciclismo italiano, la sua carriera non è stata costellata solo di successi, ma anche di grandi delusioni. Su di essa, infatti, pesa anche l’ombra del doping, dopo i Giochi olimpici di Pechino del 2008: era arrivato secondo nella gara in linea.
Il 28 aprile del 2009, a seguito di numerosi esami su campioni di sangue prelevati durante le Olimpiadi e poi congelati, Rebellin risultò positivo al "Cera". A novembre la medaglia d'argento gli viene revocata d'ufficio e deve riconsegnarla.
Rebellin si è sempre dichiarato innocente di ogni accusa e, sette anni più, nell’aprile 2015, viene assolto dalle accuse in quanto "il fatto non sussiste". La medaglia d'argento di Pechino, però, non gli sarà mai restituita.
Quello che ha causato la sua morte non era il suo primo incidente: già a settembre 2021, infatti, Rebellin era stato coinvolto in un incidente da cui, però, era uscito solo riportando una frattura di tibia e perone.
Da anni attivo in materia di sicurezza, l'ex ciclista e CT della nazionale Davide Cassani ha voluto salutare così Davide Rebellin: "Non si era mai visto un ciclista correre per 30 anni: Davide era la passione per il ciclismo fatta persona. È paradossale perdere la vita un mese dopo aver smesso di correre, sono veramente triste."
Vincenzo Nibali, vincitore di un Tour de France, due Giri d'Italia e una Vuelta de España, affida a Twitter il suo messaggio di cordoglio: "Rimango tremendamente scioccato nell’apprendere questa triste notizia. Che la terra ti sia lieve, R.I.P. Davide".
Anche l'ex campione spagnolo, Alejandro Valverde, ricorda il collega su Twitter: "Le mie più sentite condoglianze alla famiglia e agli amici di Davide Rebellin, collega di professione e rivale per tanti anni".
Anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha voluto dare l'ultimo saluto al campione veneto: "Sono turbata e rattristata dalla notizia della tragica scomparsa di Davide Rebellin, che tante emozioni ha regalato agli amanti dello sport nella sua lunga carriera da professionista. Condoglianze alla famiglia"
Queste, invece, sono state le parole del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia: "Rebellin nonostante i suoi 51 anni si era ritirato da poco dal professionismo, esempio più unico che raro di longevità. Anche così ci ha dato il segno del suo immenso amore per quella bicicletta con la quale ha scritto pagine indimenticabili del ciclismo internazionale, nazionale e veneto".
La morte di un ciclista storico come Rebellin ha colpito duramente il mondo del ciclismo italiano, tanto da portare alla cancellazione della presentazione della nuova maglia rosa del Giro d'Italia 2023, in segno di rispetto.
Torna sulla spinosa questione della sicurezza stradale Mauro Vegni anche il direttore del Giro d'Italia: "Questo è un momento che ci deve far riflettere su ciò che sta accadendo sulle strade in Italia, e avere un momento di ricordo"
"Trasformeremo tutto il dolore che proviamo in energia per rendere le strade italiane un posto migliore": è questa la promessa di Cristian Salvato, presidente dell’Associazione corridori ciclisti professionisti italiani. La prematura morte di Rebellin ha dato nuova voce a un tema che dovrebbe essere prioritario. Per gli amanti del ciclismo e per tutti.
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