Rinunciò a giocare un Mondiale per le sue convinzioni: il gesto storico di Paul Breitner

Attivismo politico e talento sportivo
Tra Germania e Spagna
Sovversivo e comunista… seguace di Mao
Dall'Occidente, ma con idee dall'Oriente
Il 'Libretto rosso' sempre sotto il braccio
Ha brillato al Bayern Monaco e al Real Madrid
La polemica dei Mondiali del 1978 in Argentina
Membro permanente della nazionale, campione europeo e mondiale
Uno scontro ideologico
Contro la dittatura argentina di destra
Condanna pubblica nella quale furono coinvolti i suoi compagni
'Come una marionetta'
Lo ha portato a confrontarsi con alcuni colleghi
Berti Vogts lo rimproverò per la sua campagna
È tornato nella nazionale RFA
Arrestato in Spagna
Una questione di libertà di espressione
Ha vissuto un 'periodo fenomenale'
Sostegno ai lavoratori in sciopero
Contro il servizio militare tedesco
Un calciatore leggendario, in tutti i sensi
Attivismo politico e talento sportivo

Caratterizzato dai suoi distintivi baffi, basette e capelli afro, Paul Breitner si è affermato non solo come un'icona della cultura pop, ma anche come uno dei talenti più importanti del calcio tedesco. Inoltre, è riconosciuto come uno dei giocatori più polarizzanti per le sue ferme convinzioni politiche, che ha sempre espresso apertamente all'opinione pubblica.

Tra Germania e Spagna

Breitner, considerato da molti il primo grande "tuttofare" della storia del calcio, ha trascorso la sua carriera tra la Germania della Guerra Fredda e la Spagna durante la transizione dalla dittatura di Franco alla democrazia.

Sovversivo e comunista… seguace di Mao

Il giocatore tedesco si definì un uomo sovversivo, comunista e oppositore e non nascose mai di essere un convinto sostenitore delle idee di Mao Tse-Tung, fondatore della Repubblica Popolare Cinese e primo presidente del Partito Comunista del Paese asiatico.

Dall'Occidente, ma con idee dall'Oriente

Era nato il 5 settembre 1951 a Kolbermoor, in Baviera, che all'epoca faceva parte della Repubblica Federale Tedesca (RFT). Le sue idee, però, erano molto più in linea con la vicina Repubblica Democratica Tedesca (DDR).

Il 'Libretto rosso' sempre sotto il braccio

Appariva in alcuni allenamenti della sua squadra con il "Libretto rosso" del presidente cinese sotto il braccio e non esitava a farsi fotografare per sottolineare la sua ideologia che lo ha sempre portato a difendere la parte orientale della Germania allora divisa.

Ha brillato al Bayern Monaco e al Real Madrid

Con la squadra bavarese vivrà due tappe ripartite su cinque stagioni ciascuna. Il primo tra il 1969 e il 1974; e il secondo, dal 1978 al 1983, in mezzo a questo, ha vissuto un'altra tappa importante - di tre anni - da giocatore del Real Madrid (1974-1977), passando anche per l'Eintracht Braunschweiger (1977-1978).

La polemica dei Mondiali del 1978 in Argentina

E fu proprio in quel periodo tra l'Eintracht e il suo ritorno al Bayern, che visse uno dei suoi momenti più memorabili durante il Mondiale in Argentina del 1978.

Membro permanente della nazionale, campione europeo e mondiale

Breitner era un punto di riferimento della nazionale della DDR, una delle sue più grandi stelle. Aveva vinto gli Europei del Belgio del 1972 contro l'Unione Sovietica e la Coppa del Mondo del 1974 in Germania Ovest contro l'Olanda (con tanto di gol in quella finale).

Uno scontro ideologico

Tuttavia, la disputa del Mondiale in Argentina si scontrò frontalmente con le sue idee politiche e, sebbene fosse evidente che fosse annoverato tra i calciatori convocati dal suo Paese, si rifiutò di giocare.

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Contro la dittatura argentina di destra

E quale fu il motivo di quella controversa decisione? Ebbene, a quel tempo il Paese sudamericano era sotto la dittatura militare di Jorge Videla, Emilio Massera e Orlando Agosti, era uno stato dittatoriale di estrema destra, agli antipodi delle idee di sinistra di Paul Breitner.

Condanna pubblica nella quale furono coinvolti i suoi compagni

La sua posizione contro il regime argentino non si limitò al suo rifiuto di partecipare ai Mondiali del 1978. Condannò anche pubblicamente quell'edizione  attraverso una lettera aperta pubblicata dalla rivista tedesca 'Stern' il 7 aprile di quell'anno, in cui additava anche i suoi stessi compagni di squadra.

'Come una marionetta'

"La Germania è il campione attuale e questo le conferisce delle responsabilità particolari. La Nazionale non dovrebbe permettersi di essere usata come una marionetta, perché gli atleti, anche se hanno lo sport come preoccupazione principale, non dovrebbero essere degli e u n u c h i politici", ha scritto in quella nota.

Lo ha portato a confrontarsi con alcuni colleghi

Nel mezzo del tumulto suscitato dalla stampa e dalla stessa società tedesca, Breitner chiese più volte ai suoi colleghi di ripudiare la dittatura argentina, esponendoli a possibili critiche indipendentemente dalla decisione che avrebbero preso, cosa che causò problemi ad alcuni di loro. Come nel caso di Berti Vogts.

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Berti Vogts lo rimproverò per la sua campagna

Vogts, che fu giocatore del Borussia Mönchengladbach e un altro dei grandi personaggi di quella Germania, fu uno dei pochi a rispondere. Il calciatore provocò Breitner consigliandogli di portare avanti anche campagne "per quanto riguarda la v i o l a z i o n e  dei diritti umani nei paesi socialisti”.

È tornato nella nazionale RFA

Controversie a parte - e quel capitolo della sua vita dimenticato - il centrocampista tedesco finirà per tornare in nazionale per i Mondiali del 1982 in Spagna, dove raggiunse nuovamente la finale, anche se alla fine perse contro l'Italia, e poco prima di appendere le scarpette al chiodo, lasciando un'eredità indimenticabile.

Arrestato in Spagna

Quanto avvenuto ai Mondiali Argentina 1978 è forse l'episodio più noto della sua vita, ma non l'unico: ce n'è un altro che vale la pena ricordare. In Spagna, in concomitanza con il suo arrivo al Real Madrid, fu arrestato dalla polizia per aver portato un'ar m a nel bagaglio, cosa che ritardò la sua presentazione con il club.

Una questione di libertà di espressione

Correva l'anno 1974, con il Paese ancora sotto la dittatura franchista, e il suo arrivo - già inviso ai governanti a causa della sua aperta ideologia di sinistra - arrivò con un colpo diretto nei loro confronti dopo il suo arresto. Per giustificare il possesso di quell'ar ma disse: "Non mi sento sicuro di esprimere liberamente le mie idee nella Spagna di Francisco Franco".

Ha vissuto un 'periodo fenomenale'

"Abbiamo avuto circa 12 anni di fascismo. Ho vissuto il fascismo spagnolo per 15 mesi e poi il passaggio alla democrazia. Per una persona come me, che era interessata a tutto ciò che accade in politica, nella società, è stato un periodo fenomenale", confessò in un'intervista al quotidiano spagnolo Marca.

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Sostegno ai lavoratori in sciopero

Durante la sua carriera da giocatore del Real Madrid, si schierò, insieme ad altri calciatori del Real Madrid, a favore dello sciopero che i lavoratori della fabbrica Standard Eléctrica realizzarono nel 1977, contribuendo con 500.000 pesetas (circa 3.000 euro all'epoca) alla la loro causa.

Contro il servizio militare tedesco

Si ricorda anche la sua prima tappa al Bayern, quando cercò di evitare di essere arruolato per il servizio militare, come riporta il New York Times, che lo definì un "eroe della controcultura tedesca". Poi, secondo il quotidiano americano, sarebbe fuggito con l'aiuto di Uli Hoeness, finché non fu arrestato.

Un calciatore leggendario, in tutti i sensi

Comunque sia, Paul Breitner è passato alla storia come uno dei più grandi calciatori tedeschi di tutti i tempi, anche se ha lasciato il segno come grande attivista politico di sinistra, cosa insolita nel mondo del calcio.

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