Promesse del calcio finite nel dimenticatoio
Stavano per raggiungere la vetta dell'Olimpo, ma alla fine non ce l'hanno fatta. Queste promesse del calcio puntavano ad arrivare molto più in alto nel mondo del calcio ma, al momento della verità, non sono arrivate da nessuna parte.
Il successore di Cristiano Ronaldo al Manchester United stupì tutti durante le sue prime apparizioni all'Old Trafford, ma il suo bagliore è durato poco o niente: dopo diversi ingaggi è passato, quasi gratuitamente, al Cardiff.
Cos'è successo a Pato? Un attaccante che sfiora i 200 gol, ma che lascia la sensazione di poter essere stato considerato molto più grande di quanto non lo fosse nella realtà. Dopo aver lasciato il Milan a 23 anni è quasi scomparso dalla scena calcistica.
Un altro frutto del Manchester United che, in questo caso, è stato paragonato a Paul Pogba, ma la realtà ha dimostrato che non era all'altezza degli standard del francese ed è finito per essere ceduto al West Ham nel 2012. Tra il 2010 e il 2022 ha giocato in 14 squadre.
"L'Imperatore" aveva fisico e talento per dominare il calcio e diventare una leggenda, ma la morte del padre, quando aveva soli 22 anni, lo ha fatto cadere in una profonda depressione che gli ha impedito di tornare ad essere il leader che già era diventato.
Adu è l'esempio perfetto di come non gestire la carriera di un giovane calciatore che ha esordito in MLS a 14 anni. Le grandi aspettative per lui, tali da paragonarlo a Pelé, generarono una pressione che non seppe controllare, né negli Stati Uniti, né in Europa.
Robinho è un esempio di come ciò che accade fuori dal campo influenzi notevolmente ciò che invece accade sul prato. La sua vita travagliata non gli ha permesso di raggiungere il potenziale che aveva, in nessuna delle squadre in cui ha giocato: al Real Madrid, al Manchester City e al Milan.
È stato uno dei giocatori più giovani a debuttare nel Barcellona, con un totale di gol già segnati davvero impressionante. Purtroppo, a soli 20 anni, è iniziato il suo declino che lo ha portato a poco a poco nel dimenticatoio del mondo del calcio.
Ha attraversato club come Manchester City, Inter, Monaco o Siviglia, ma in nessuno ha dato dimostrazione le sue reali potenzialità.
19 gol e 8 assist, a soli 20 anni, sono un dato da tenere presente: è quello che ha fatto il giovane attaccante nella stagione 2011/2012 nel Milan. Purtroppo, di lì a poco, il suo successo ha avuto un brusco arresto.
Ha sempre dato la sensazione di avere molte qualità da vendere, ma alla fine non è mai diventato una star. Il suo sinistro è stato uno dei più sopraffini che la Francia abbia avuto dai tempi di Zidane e, nonostante questo, non è riuscito a entrare tra i Big del calcio.
Nel 2005, il Messico ha vinto la Coppa del Mondo Under 17 specialmente grazie a due nomi: Carlos Vela e Gio, che hanno giocato nelle giovanili del Barcellona. Da quel momento in poi, Tottenham, Galatasaray, Racing, Maiorca o Villarreal hanno visto il declino di un calciatore che non è mai riiuscito a diventare una vera star.
C'è stato un tempo in cui la stampa paragonava Diego Capel a Messi e Cristiano Ronaldo. Il tempo ha fatto capire che questo paragone non ha giovato tanto al giovane attaccante.
Carlo Ancelotti ha assicurato di non aver mai visto un talento come quello di Kakuta quando aveva soli 19 anni. Ha giocato per il Chelsea, dove non ha mai preso il decollo e ha trascorso un decennio viaggiando da Madrid a Siviglia, passando anche per la Cina.
Il Barcellona l'ha strappato al Real Madrid, quando era appena un adolescente, ma il Messi croato, come veniva soprannominato, non è mai arrivato in alto come ci si aspettava. Per 10 anni ha transitato in molte squadre tra cui tra Amburgo, Milan e Birmingham.
Pallone d'Oro del Mondiale Under 17 del 2005, è passato dal Gremio al Porto e da lì al Manchester United, in cambio di 30 milioni di euro. Il suo inserimento nella Premier League non è mai andato realmente a buon fine ed è diventato un giocatore marginale.
Ci sono stati momenti in cui Jesé è stato una vera promessa, ma un grave infortunio al ginocchio ha cambiato tutto. A peggiorare le cose, un'infezione, che ha ritardato ulteriormente il suo ritorno. Così simile a Cristiano Ronaldo da far paura.
Sembra incredibile che Deulofeu sia nato nel 1994, con il numero di anni in cui è stato nel calcio d'élite. Barcellona, Siviglia, Everton, Watford o Udinese lo hanno amato e odiato più volte nella stessa partita.
Mirava a dominare la propria area come difensore centrale e il Bayern Monaco lo ha ingaggiato nel 2008 per 12 milioni di euro. È stato condannato a 3 anni e 9 mesi di carcere per aver bruciato la sua casa a Monaco, il che dà un'idea di come sia stata la sua carriera da allora.
Da adolescente ha dominando l'Everton, ma dopo essere passato al City il nulla assoluto. Il suo successivo trasferimento al Sunderland non ha migliorato le sue prestazioni, anzie, è stato un enorme fardello per il club. È poi finito in Australia.
Ha dato il meglio di sé nel Villarreal, dove ha ricordato la vecchia scuola di piccoli attaccanti con un occhio insaziabile per i gol, ma diversi gravi infortuni gli hanno impedito di diventare una star del calcio.
Ha segnato il gol che ha regalato alla Francia la Coppa del Mondo Under 17 del 2001 contro la Nigeria ed è stato il miglior giocatore del torneo, ma, in seguito, ogni stagione che ha giocato è stata peggiore della precedente.
Si è distinto giovanissimo all'Arsenal anche se, anni dopo, è finito al Tottenham, in un trasferimento che i tifosi del Gunner non gli hanno mai perdonato. Non ha mai raggiunto il livello previsto e a 30 anni si è ritirato, annoiato dal calcio, come ha confessato dopo la sua ultima partita.
Ha battuto i record di gol nelle categorie inferiori del Real Madrid, è stato chiamato per essere il successore di Raúl González, ma il suo arrivo in prima squadra ha avuto un impatto davvero irrilevante.
Un talento straordinario che gli infortuni hanno finito per affossare. Ha giocato solo 37 partite al Manchester City.
Un altro caso appesantito dalla pressione mediatica e da un paragone con Zidane che non aveva senso. Ha firmato per il Milan, ma non ha mai raggiunto il grande giocatore che sognava di essere.
Il Real Madrid lo ha ingaggiato dal Feyenoord e ha puntato su un giocatore generazionale, con potenza, talento e qualità, ma il suo amore per la vita notturna ha finito per pregiudicarlo.
La scuola degli attaccanti italiani aveva in Giovinco uno di quelli che potevano riscrivere la storia, ma gli infortuni gli hanno impedito di brillare come avrebbe voluto. Ha giocato nel MLS (Major League Soccer) e Arabia Saudita prima di tornare alla Sampdoria.
Insieme a Neymar, ha tremare il Santos e ha puntato a seguire le orme del suo compagno di squadra e amico. Non ha mai raggiunto il 10% di quello che è stato Neymar.
Era uno dei gioielli del Chelsea, ma cinque anni di ingaggio non gli sono bastati per dimostrare le sue capacità. Nel 2015 è stato ceduto al Brentford per un milione di euro, in quello che può essere considerato il suo apice.
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