Quella volta che Gianfranco Zola stava per essere rapito a Parma

Un maestro del pallone
Una brutta storia
Vittima di un tentativo di rapimento
Chiedere il riscatto al Parma
Non ce l'ha fatta
Zola ha saputo qualche tempo dopo del grave pericolo che ha corso
Si sono rivisti dopo trent'anni
Perché Zola ha voluto rivedere Maiello?
Maiello, oggi, è una persona diversa
Un maestro del pallone

Gianfranco Zola è uno dei giocatori italiani più conosciuti anche al di fuori dei confini del Bel Paese. Vero maestro del pallone, ricevette dai tifosi inglesi l'appellativo di "Magic Box" per quelle sue magiche prodezze in campo che lo hanno consacrato come uno dei giocatori italiani con il maggior numero di presenze in Premier League.

Una brutta storia

Ma, oltre alle sue gesta sul terreno da gioco (come calciatore prima, e come allenatore poi) il nome di Gianfranco Zola è balzato agli onori delle cronache anche per una pericolosissima vicenda di cui fu protagonista anni fa: l'ex Chelsea fu, infatti, vittima di un tentato rapimento.

Vittima di un tentativo di rapimento

I fatti risalgono al 1994 e, come riporta Open Online, a tal proposito Zola raccontò: "Ero in giro con mia moglie, a Parma. Avevo notato che una macchina ci stava seguendo da un po’, ma non ci avevo dato peso. Dovevo fare benzina, ci fermiamo al distributore e vedo che anche l’auto dietro di noi si ferma".

Nella foto, Gianfranco Zola, 25 ottobre 1995, Parma vs Piacenza

"Ciao ragazzi, posso fare qualcosa?"

"Ho pensato volessero chiedermi un autografo e fossero titubanti, indecisi. Allora mi sono avvicinato e gli ho detto: 'Ciao ragazzi, posso fare qualcosa? Vi posso aiutare?'. Fabrizio Maiello (il rapitore, ndr) è venuto verso di me, poi si è fermato e ha tirato fuori la sua carta d’identità, che gli ho firmato. Solo dopo ho saputo come, da tempo, stessero progettando il sequestro", ha proseguito l'ex calciatore.

Nella foto, Gianfranco Zola, Parma vs Benf i c a, Coppa delle Coppe UEFA

Chiedere il riscatto al Parma

Fabrizio Maiello all'epoca era un latitante. L'idea, come poi ha lui stesso raccontato, era quella di rapire Zola, che in quel momento militava nel Parma, per poter richiedere un riscatto al club.

Non ce l'ha fatta

Maiello ha così raccontato la sua versione su quanto accaduto trent'anni fa, citato da Parma Today: "Lo seguivamo in autostrada e pensavamo di speronarlo: poi si è fermato a fare benzina. Avevo la p i s t o l a dietro la schiena e gli sono andato incontro. Ho incrociato il suo sguardo e con dolcezza ci ha detto: ‘Ciao ragazzi!'. Invece di rapirlo gli ho chiesto un autografo che mi ha fatto sulla carta d’identità".

Nella foto, Gianfranco Zola, 25 ottobre 1995, Parma vs Piacenza

Zola ha saputo qualche tempo dopo del grave pericolo che ha corso

Come già anticipato, Gianfranco Zola, non si era accorto di nulla, nemmeno della p i s t o l a che Maiello teneva con sé. È venuto a conoscenza dei fatti soltanto qualche tempo dopo, in seguito all'arresto del suo quasi rapitore.

Nella foto, Gianfranco Zola per le qualificazioni dei Mondiali, Inghilterra vs Italia, 1996

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Si sono rivisti dopo trent'anni

Una brutta storia a lieto fine che si è arricchita di ancora più dettagli domenica 14 gennaio 2024, quando Zola e Maiello si sono incontrati di nuovo dopo trent'anni, nel cortile della casa-famiglia Emmaus, prima della partita Cagliari-Bologna.

Nella foto, Gianfranco Zola al Campionato europeo di calcio 1996

Perché Zola ha voluto rivedere Maiello?

L'ex Chelsea al Corriere della Sera ha voluto spiegare perché ha deciso di rivedere Maiello, nonostante la brutta vicenda: "Avevo bisogno di guardarlo negli occhi. Dovevo vederlo, ascoltare la sua verità".

"Aveva sofferto e voleva rimettersi in pace con sé stesso"

Al giornalista del Corriere, Andrea Sereni, Zola ha spiegato: "Ci siamo stretti la mano, abbiamo parlato tanto. Lui ha pianto per tutto il tempo. Ho capito che di fronte a me c’era una persona che aveva sofferto e voleva rimettersi in pace con sé stesso. Mi ha colpito molto".

Maiello, oggi, è una persona diversa

Oggi Fabrizio Maiello è una persona diversa. Dopo aver scontato la sua condanna, il "Maradona delle carceri", come è stato soprannominato grazie al talento che ha con i palleggi, si dedica oggi ad attività sociali, collaborando con l’associazione "Libera" di Reggio Emilia.

Nella foto, Gianfranco Zola al Campionato europeo di calcio 1996

"Siamo fatti per sbagliare, ma è bello vedere persone che si danno da fare per rimediare"

Gianfranco Zola chiude la sua intervista al Corriere dicendo: "Tutti noi abbiamo fatto, facciamo e faremo errori nella vita. Siamo fatti per sbagliare, ma è bello vedere persone che si danno da fare per rimediare, come Fabrizio. Alla fine della chiacchierata abbiamo scherzato sul tentato sequestro! Porterò con me il nostro abbraccio".

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