Robinho arrestato in Brasile: per l'ex del Milan 9 anni di carcere
Nove anni di carcere: questa è la pena che dovrà scontare Robson de Souza 'Robinho' in Brasile per un gravissimo reato commesso in Italia nel 2013.
La prima condanna in Italia risale al 2017, quando l'ex attaccante è stato ritenuto colpevole di aver partecipato a uno s t u p r o di gruppo nei confronti di una 23enne di nazionalità albanese, avvenuto in una discoteca di Milano. All'epoca dei fatti, Robinho militava nel Milan.
Nonostante la condanna definitiva in tutti i gradi della giustizia italiana nel 2022, l'ex attaccante non ha mai scontato la pena in Italia, dal momento che, nel frattempo, era tornato in Brasile, paese che non ammette l'estradizione di cittadini brasiliani verso altri Paesi.
La costituzione carioca prevede, infatti, che, se condannati per un delitto commesso all'estero, i cittadini brasiliani debbano essere arrestati e detenuti in Brasile: da qui la richiesta del governo italiano che l'ex giocatore di Milan, Real Madrid e Manchester City scontasse la pena nel suo Paese.
Come riporta Agência Brasil, giovedì 20 marzo, il Tribunale Supremo di Giustizia brasiliano ha accolto questa richiesta, con 9 voti a favore e 2 contrari, e Maria Thereza de Assis Moura, presidente del Tribunale Supremo di Giustizia, ha autorizzato il Tribunale Federale di Santos ad arrestare Robinho.
Sempre secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa brasiliana, una volta ricevuta la ordinanza dal Tribunale Supremo, il Tribunale Federale di Santos ha poi emesso il mandato di arresto e Robinho è stato prelevato dalla polizia dalla sua lussuosa abitazione di Guarujá, nello stato di San Paolo.
Condotto poche ore dopo presso la sede della Polizia Federale della città, secondo le ultime notizie pubblicate dalla Gazzetta dello Sport, sarà ora sottoposto a un'udienza di custodia, a un esame forense e poi sarà inviato in prigione.
L'ex calciatore ha sempre ribadito la sua innocenza, tanto che, nei giorni precedenti, aveva rilasciato un'intervista al programma Domingo Espetacular di RecordTV in cui indicava di essere in possesso di prove sufficienti per dimostrarla.
Nella stessa intervista l'ex giocatore del Milan aveva poi accusato la giustizia italiana di aver agito per razzismo: “Ho giocato quattro anni in Italia e ne ho visti abbastanza di episodi di razzismo. Purtroppo succede ancora oggi. Era il 2013, siamo nel 2024. Le stesse persone che non prendono nessuna iniziativa per contrastare il razzismo sono quelle che mi hanno condannato."
E ha aggiunto: "Se al mio posto ci fosse stato un italiano bianco, sarebbe stato diverso. Non c'è dubbio. Con la quantità di prove che ho, non sarei stato condannato".
Gli stessi avvocati del calciatore, come sottolinea il quotidiano GloboNews, avevano più volte richiesto che, per queste ragioni, si celebrasse un nuovo processo in Brasile e hanno provato a ribaltare anche l'ultima decisione presentando un'istanza di 'habeas corpus' presso il Supremo Tribunale Federale, massimo grado della giustizia brasiliana.
Come riporta il sito ufficiale del Supremo Tribunale Federale, il diritto di "habeas corpus" in Brasile sancisce la salvaguardia della libertà individuale (soprattutto di movimento) contro eventuali abusi di potere.
In tal senso, l'istanza presentata dai legali di Robinho mirava a ottenere che Robinho, durante l'attesa per il processo d'appello, potesse restare in stato di libertà.
Secondo quanto si apprende da GloboNews, Luiz Fux, Ministro del Supremo Tribunale Federale, il 21 marzo ha negato questa possibilità all'ex giocatore e ha confermato l'ordine di arresto per Robinho.
Il quotidiano brasiliano riporta, poi, le parole con cui il Ministro ha voluto sottolineare la legalità del trasferimento di condanne da un Paese all'altro, se "il giusto processo di legge, la piena difesa e il contraddittorio siano rispettati" nel Paese che ha emesso la condanna.
Nel frattempo, insomma, mentre i legali di Robinho probabilmente presenteranno ricorsi per contestare la sentenza, la giustizia brasiliana è stata perentoria: qualunque saranno le sue future mosse, Robinho dovrà aspettarne gli esiti in carcere.