Superstizioni e sport: i singolari riti scaramantici dei più grandi campioni
Non è facile diventare un professionista dello sport. Non solo occorre essere fisicamente dotati e mentalmente preparati, ma anche incredibilmente disciplinati nella dieta, nell'allenamento e nel recupero della forma.
Ma l'universo è caotico e imprevedibile. Anche in presenza di una preparazione impeccabile, ci sono variabili che non possono essere tenute sotto controllo il grande giorno, anche se molti atleti ci provano.
Alcuni atleti si affidano quindi a riti scaramantici nel tentativo di controllare questi fattori e far pendere la bilancia a loro favore.
Queste scaramanzie possono assumere forme diverse. Spesso si introducono nella routine di allenamento e preparazione, come mangiare un pasto speciale il giorno della competizione, ma a volte si presentano in modalità molto più insolite.
Diamo un'occhiata ad alcune delle più strane e incredibili superstizioni mai viste nel mondo dello sport.
Una famosa per iniziare: Michael Jordan è convinto che ci fosse qualcos'altro dalla sua parte quando portò la sua squadra universitaria, i North Carolina Tar Heels, a vincere il campionato nazionale nel 1982.
I suoi pantaloncini, per l'esattezza. Il più grande giocatore di basket di tutti i tempi era convinto che i pantaloncini dei Tar Heels fossero una specie di portafortuna e non andava mai in campo senza indossarli.
Nel corso della sua carriera nell'NBA, Jordan ha indossato i pantaloncini da basket della sua squadra universitaria sotto quelli dei Chicago Bulls. Per questo motivo, i suoi pantaloni dei Bulls dovevano essere molto più larghi e sono diventati il suo look distintivo.
Ben presto, tutti i giocatori volevano avere lo stesso look di Jordan. I pantaloncini corti e attillati erano ormai un ricordo del passato. La superstizione di Michael Jordan alla fine lo ha reso un'icona di stile.
C'è da dire, però, che in fatto di scaramanzie legate a capi di abbigliamento quella del giocatore di baseball Jason Giambi è un po' più, diciamo, esplicita... Il talismano dell'ex battitore degli Yankees era nientemeno che un perizoma dorato.
Pare che Giambi indossasse il p e r i z o m a ogni volta che era in crisi con la sua battuta e giurava che ogni volta che lo faceva tornava subito in forma.
A quanto pare, Giambi non voleva usarlo ogni giorno per preservarne i poteri, ma lo prestava ai compagni di squadra ogni volta che si trovavano in situazioni simili. Condividere è prendersi cura, come si suol dire.
Non si sa esattamente come sia arrivato a capire i poteri magici del perizoma d'oro, ma supponiamo che ci debba essere una spiegazione molto semplice.
Devi avere una passione per le emozioni forti se vuoi entrare nel mondo dell'Ultimate Fighting. Ne è la prova il lottatore UFC Lyoto Machida, la cui routine quotidiana consiste nel bere la propria urina.
Pare che l'ex campione dei pesi massimi leggeri dell'UFC abbia imparato questo trucchetto dal padre, anch'egli maestro di karate, convinto che l'urina sia una medicina naturale che purifica il corpo.
Non è chiaro se si tratti di una superstizione o se faccia parte della sua routine di cura di sé, che comprende un bagno di sale di Epsom, ma attualmente la scienza non ha ancora dimostrato le proprietà benefiche dell'urina non trattata.
Con un record di 23 vittorie di Grande Slam, Serena Williams ne sa qualcosa su come prepararsi per una competizione. Per lei, la cosa più importante erano i calzini, un paio di calzini usati, per l'esattezza...
La Williams non cambiava mai i calzini durante un torneo. Ciò significa che indossava lo stesso paio per sette giorni di fila. E non stiamo parlando di calzini leggeri! Possiamo solo immaginare come si sentisse sollevata di sbarazzarsene alla fine di ogni torneo!
In realtà, la Williams aveva altre scaramanzie legate ai piedi, tra cui quella di portare in campo i sandali da doccia e di allacciare le scarpe in un modo particolare.
E vogliamo parlare della routine pre-partita di Jamie Vardy, icona del calcio inglese, a base di Porto e Red Bull? È una delle nostre preferite, proprio perché è in assoluto contrasto con i regimi alimentari degli atleti moderni.
Quando nel 2016 l'attaccante ha accompagnato gli sfavoriti del Leicester nel loro viaggio da favola verso la vetta della classifica, manteneva una rigida routine che consisteva nel consumo di mezza bottiglia di Porto "da una bottiglia di Lucozade" (per ragioni sconosciute) la sera prima di ogni partita.
Non solo: il calciatore accompagnava il Porto con tre lattine di Red Bull prima di ogni partita. Diceva che questa era la formula magica per aiutarlo a "correre come un pazzo". Quell'anno è diventato il capocannoniere della Premier League.