Alberto Zaccheroni: come un grave incidente domestico avrebbe potuto costargli la vita
Ha tirato un sollievo Alberto Zaccheroni, dopo il brutto incidente domestico di cui è stato vittima a febbraio 2023 e che ha tenuto la sua famiglia con il fiato sospeso per mesi.
È lo stesso Zaccheroni a raccontare la dinamica dei fatti al Corriere della Sera: "Sono ruzzolato per otto-dieci gradini. Lei (la moglie Fulvia, ndr) è accorsa perché ha sentito le mie urla. Avevo battuto la testa, può immaginare il suo spavento", ha raccontato il CT al giornalista del Corriere della Sera.
È stata proprio la moglie, infatti, a trovarlo accasciato a terra, in fondo alle scale. I soccorsi sono stati immediati e, dopo essere trasportato all'ospedale Bufalini di Cesena, Zaccheroni è stato operato d'urgenza per ridurre l'emorragia.
Egli stesso ritiene di essere stato molto fortunato: "Ho rischiato la vita, non giriamoci attorno. La botta è stata tremenda, il grande sollievo è non aver riportato danni cerebrali".
L'ex allenatore è stato in coma per un mese. Al risveglio, come dice durante l'intervista al Corriere, non si riconosce: "Mi siedo e mi guardo le gambe: dopo un mese steso a letto, sembravano quelle di un anziano. ‘Dove sono finiti i miei muscoli?’ ho chiesto incredulo".
Oggi, fortunatamente Alberto Zaccheroni sembrerebbe essersi perfettamente recuperato dalla pericolosa caduta avvenuta su una scala all’interno della sua villa. Anzi, citando le sue stesse parole riportate da Il Resto del Carlino, "Sto meglio di prima".
Classe 1953, Alberto Zaccheroni, soprannominato dai tifosi Zac, ha dato vita al primo 3-4-3 moderno di successo, un marchio distintivo che lo ha fatto emergere nel mondo del pallone.
Prima di diventare allenatore, ha giocato come terzino nelle giovanili del Cesenatico e del Bologna, ma la carriera da calciatore è stata fermata subito da una malattia polmonare che lo costrinse a stare fermo per due stagioni.
Negli anni '80 per Alberto Zaccheroni inizia il percorso come allenatore: prima nelle giovanili del Cesenatico, poi Riccione, San Lazzaro, Baracca Lugo e Venezia che riesce a portare in serie B.
Nella stagione 1994-95 è la volta della panchina del Cosenza, squadra in cui riesce a compiere un vero e proprio miracolo portandola alla salvezza (nonostante 9 punti di squalifica). Le sue gesta non passarono inosservate.
Nel 1995 inizia per lui il percorso in Serie A nell'Udinese. Alla guida dei friulani, Zaccheroni plasma il suo 3-4-3, schierando spesso il tridente Poggi-Bierhoff-Amoroso, portando la squadra per la prima volta in Coppa UEFA e raggiungendo il terzo posto in campionato dietro a Juventus e Inter.
Nella foto, Alberto Zaccheroni con Oliver Bierhoff (1998)
I tre anni di successi con l'Udinese gli valgono la panchina del Milan (stagione 1998-1999). Anche nel club rossonero Zac riesce a imporre il suo gioco portando la squadra alla vittoria dello scudetto, dopo un'incredibile rimonta nelle ultime sette giornate di campionato.
Nonostante i successi ottenuti, nel 2001 Zac viene esonerato, dopo l’eliminazione dalla Champions per mano del Deportivo. All'epoca il tecnico era anche oggetto di numerose critiche da parte dell'allora presidente del Milan, Berlusconi.
Ancora in molti ricordano la famosa frase di Berlusconi pronunciata nel 1999 in riferimento a Zaccheroni: "Un sarto distratto può rovinare una buona stoffa".
Secondo quanto riportato dal portale Pianeta Milan, la risposta di Zac fu questa: "La frase di Berlusconi sul sarto? Più che altro di quella frase mi ricordo quel lenzuolo bianco in curva con scritto: 'Questo allenatore con questa stoffa ha cucito uno scudetto'".
Dopo la permanenza nel club rossonero, Zaccheroni è passato in diverse squadre di serie A tra cui Lazio (stagione 2001-2002), Inter (2003), Torino (2006) e Juventus (2010).
Negli anni 2000 non riesce a replicare i successi ottenuti in precedenza, così nel 2010 firma per diventare commissario tecnico della Nazionale giapponese, diventando un vero simbolo nel calcio nipponico.
Finalmente le cose iniziano a prendere di nuovo la piega giusta per Zaccheroni che nel 2011 conquista la Coppa d’Asia, battendo l'Australia 1-0 s in finale.
Grazie al successo ottenuto, Zaccheroni viene ufficialmente ricevuto dall'imperatore giapponese Akihito, in segno di stima e riconoscenza per aver vinto la Coppa d’Asia, un onore che viene concesso molto di rado.
Altra conquista per il Giappone avvenuta sotto la guida di Zac è la Coppa dell'Asia orientale, la prima nella storia del Giappone, vinta nel 2013.
Dopo l'eliminazione del Giappone dai Mondiali di Brasile 2014 e quattro anni passati alla guida della nazionale nipponica, Zaccheroni decide di dimettersi. Nel 2016 allena per pochissime partite i cinesi del Beijing Guoan, mentre nel 2017 passa alla nazionale degli Emirati Arabi.
Con la Nazionale degli Emirati Arabi riesce a raggiungere il secondo posto nella Coppa delle Nazioni del Golfo, mentre nel 2019 porta la squadra alle semifinali della Coppa d'Asia. Lo stesso anno, però, lascerà la panchina alla scadenza del contratto.
Dopo qualche esperienza come opinionista e commentatore sportivo in Rai, oggi Alberto Zaccheroni si è ritirato a Cesenatico, in Emilia-Romagna, dove vive felicemente insieme alla sua famiglia. Con qualche spavento di troppo, forse?